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La straordinaria normalità di Alex Meret

“Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo”.

Potremmo utilizzare solo questa brillante citazione di Charles Bukowski per descrivere la caratteristica migliore del nostro portiere, ancora una volta decisivo contro il Salisburgo.

Semplicità – Slogan pubblicitario: Alex Meret ha l’ingombrante peso del predestinato addosso ma non lo sa e continua a comportarsi con una semplicità impressionante.

Essenziale nel modo in cui interpreta il ruolo. Vedere giocare Meret equivale a fare un viaggio nel tempo e ammirare l’interpretazione del ruolo del portiere negli anni ‘80. Parate essenziali, minimaliste. Nessuno sforzo eccessivo e superfluo. Non ci sono riflettori da compiacere. Tutto ha la funzione di respingere la palla e chiudere la saracinesca. Scuola italiana pura. La stessa di Zoff prima e di Buffon poi.  Un ritorno al passato fatto da un ragazzo classe ’97. I meravigliosi paradossi della vita.

Da un punto di vista strettamente tecnico, tutti gli osservatori dicono apertamente che si tratta di un talento purissimo. Senso della posizione, riflessi e capacità di concentrazione altissima. Maturità tecnica e personale. Il ruolo del portiere esige caratteristiche diverse da ogni altro interprete di questo sport. La testa gioca un ruolo fondamentale. E la testa di questo ragazzo lascia ben sperare.

Lo abbiamo capito subito dopo Napoli-Spal. Parata salva risultato all’ultimo minuto. Giri di campo, esultanze folli? Macchè. “Sono un portiere e ho fatto solo il mio dovere”. Dichiarazioni spiazzanti perchè rappresentanti l’elogio della normalità. Nessuna luce dei riflettori. Nessuna rivincita da prendere contro potenziali ed eventuali detrattori. Solo tanta e pura consapevolezza delle proprie qualità.

Napoli-Juve e l’episodio Cristiano Ronaldo. “Signor arbitro, le giuro che non l’ho toccato”. Ha fatto quasi tenerezza la sua educazione. Si vede chiaramente che si tratta di un ragazzo cresciuto in modo genuino. Ragazzo della periferia italiana con principi e valori. Su Twitter si leggono frasi come: “Sarebbe il classico ragazzo che vorrei mia figlia sposasse”. Sembra una forzatura ma serve a dare l’idea.

MiglioramentiCi sono delle cose su cui il buon Alex deve lavorare. Le uscite alte e basse ed una migliore gestione del gioco con i piedi. E sapete chi ha parlato di queste cose? Lui, in una intervista alla radio ufficiale del Napoli. Lo ha fatto con la solita disarmante semplicità. E fa effetto stranirsi per quello che dovrebbe essere un normale comportamento. Vi invitiamo ad una riflessione: cosa è la normalità nel mondo del calcio? Pensateci solo per un paio di minuti. Poi rileggetevi le dichiarazioni del nostro portiere e capirete che Alex Meret rappresenta un paradossale fenomeno di straordinaria normalità.

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Emigrante d’Irlanda con Napoli nel cuore. Scrittore cronico. Amante di cinema e letteratura.
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