Il Napoli di Aurelio De Laurentiis, a meno di cataclismi sportivi, dovrebbe giocare anche nella prossima stagione in Champions League.
La stagione 2019/20 dovrebbe vedere il Napoli alla sua decima partecipazione consecutiva in una competizione europea, unica società italiana ad aver sempre partecipato ad un torneo UEFA (Champions o Europa League) considerando l’ultimo decennio. Un risultato obiettivamente lusinghiero, se consideriamo che il corso del nuovo Napoli è partito dalle secche della Serie C appena nel 2004/05, quindici anni orsono.
Ranking Uefa e Superlega
Al momento, nella classifica del Ranking Uefa il Napoli figura al 14esimo posto davanti al Chelsea, al Porto e al Manchester United, con l’Arsenal (peraltro diretto avversario degli azzurri ai prossimi quarti di finale di Europe League) ormai nel mirino e, dunque, con la concreta possibilità di superarlo, se lo scontro diretto europeo dovesse esser vinto dai partenopei.
Eppure nei discorsi portati avanti dall’Eca ,in merito alla possibilità di una SuperLega Europea a 32 squadre (una competizione “ad inviti” dei principali club calcistici del continente), pare che la posizione del Napoli, come riporta il quotidiano Il Mattino, non sia così granitica e blindata.
Il Napoli nel gotha del Calcio europeo
L’ Eca, l’ organizzazione che riunisce 232 club del continente, dal 2017 guidata da Andrea Agnelli, sta lavorando ad un piano nemmeno tanto segreto, ovvero una riforma che porterà i campionati nazionali ad essere disputati durante la settimana e la Superlega il sabato e la domenica.
Il piano svelato in queste ore prevede 32 partecipanti alla Superlega, divise in 4 gironi da otto squadre. Di un campionato europeo parla da anni proprio De Laurentiis, motivo per cui il presidente azzurro parla sempre con enfasi del suo Napoli come unico club italiano sempre presente nelle Coppe Europee negli ultimi anni.
Il proprietario del club partenopeo ha sempre puntato con convinzione all’ incremento del Ranking Uefa, con l’obiettivo di accrescere il proprio potere in seno all’ Eca, nel quale ricopre anche un ruolo non secondario, quello di “chairman”, ovvero capo del Marketing and Communication Working Group, che si occupa di strategie commerciali e di comunicazione dell’associazione.
Il Napoli attualmente è posizionato al 14esimo posto e “pretende” (giustamente) di far parte a pieno titolo dei giganti d’ Europa nel business del grande calcio del futuro, anche perché la sua grande forza è lo stadio «virtuale», ovvero i milioni di tifosi sparsi ovunque, dall’ America alla Cina.
In questo momento, però, Juventus, Milan, Inter e persino la Roma sarebbero avanti al Napoli. Ed è proprio la presenza della Roma a non essere compresa da De Laurentiis ed a spingerlo ad una autentica guerra “politica”.
Palmarès e Bacini d’utenza : Napoli meglio della Roma
Elemento imprescindibile è il “blasone” di un club, ovvero la sua bacheca, i titoli. E’ ovvio che in Italia tra i club maggiormente indiziati ci siano Juventus, Milan e Inter, che contano molte vittorie continentali oltre a numerosi titoli nazionali e che rientrerebbero a pieno titolo nella cerchia ristretta.
La Roma, invece, oltre a non avere una bacheca particolarmente ricca (di poco superiore al Napoli nei confini nazionali), non ha mai vinto alcuna competizione a livello europeo, sfiorando soltanto l’impresa con la finale in Coppa Campioni del 1983/84 (quella persa col Liverpool) e la finale UEFA persa con l’Inter nel 1990/91.
Il Napoli, nella sua pur scarna ma non meno titolata bacheca, rispetto ai giallorossi, si fregia anche di un trofeo continentale, avendo alzato la Coppa UEFA nel 1988/89, oltre ad aver avuto nel corso della sua storia una lunga ed onorata militanza nelle competizioni europee.
Il club azzurro, inoltre, può contare su una folla di fans e simpatizzanti su scala globale:
“Il Napoli è una squadra che fa simpatia, fresca, conosciuta in tutto il mondo come la città di Napoli.”
parole e musica proprio di Aurelio De Laurentiis.
Secondo un rapporto stilato dalla Nielsen, gli azzurri conterebbero ben 35 milioni di tifosi nel mondo di cui 4,6 milioni sono in Italia, 7,2 negli Stati Uniti, 5,1 in Brasile e 1,4 in Argentina. In fortissima crescita sarebbero i simpatizzanti del Napoli in Cina, stimati in circa 18 milioni.
Numeri importanti, questi, perché il potenziale di mercato del brand con la “N” cerchiata è ragguardevole e sicuramente degno di attenzione per i “Signori del Calcio”.
Il Napoli, club virtuoso e modello da esportare
Un club che negli ultimi due lustri ha fatto del virtuosismo finanziario la “mission” del suo agire, vincendo per ben 4 volte il Premio Financial Fair Play, fulgido esempio della buona gestione economica e società modello per aver saputo abbinare i risultati sportivi a quelli di bilancio, non può non rientrare di diritto nel ristretto novero di club che dovrà partecipare a questo nuovo format di calcio internazionale.
Il Napoli è una società senza alcuna esposizione debitoria, né verso istituti bancari né verso enti o soggetti terzi, anomalia virtuosa del sistema calcio su larga scala. Sarebbe singolare e finanche ingiusto che un club come quello di De Laurentiis non possa rientrare in un discorso così importante (con una torta così succulenta da potersi suddividere) con i numeri sportivi collezionati negli ultimi 10 anni, i dati sul bacino d’utenza ed una escalation quasi inarrestabile alla Top Ten del Ranking Uefa.
La società azzurra, ormai stabilmente ai vertici del calcio italiano, seconda solo alla Juventus per piazzamenti e titoli vinti negli ultimi due lustri, è un modello virtuoso da esportare. Gli azzurri hanno superato Inter, Milan e Roma, risultati alla mano, pur avendo un fatturato che è il quinto d’Italia.
Ultimo step: l’impianto di proprietà entro il 2024
E’ chiaro che se il Napoli vuole avere concrete chances di non vedersi tagliato fuori dal discorso Superlega dovrà organizzarsi in modo da dotarsi di un impianto degno di tal nome e possibilmente di proprietà.
La querelle con il Comune per il San Paolo sembra avviarsi lentamente verso una comunione di intenti, con il club che andrebbe a firmare una convenzione decennale, con la possibilità, si augura De Laurentiis, di poter intervenire liberamente e concretamente per un restyling vero dell’impianto.
Non bastano solo i lavori avviati dall’ente comunale con l’aiuto della Regione e del CONI e che sicuramente renderanno il San Paolo uno stadio più bello esteticamente e più ospitale. Bisogna intervenire nelle infrastrutture, realizzando aree commerciali e di intrattenimento che lo rendano più “europeo” e fruibile sette giorni su sette.
Il San Paolo deve diventare, per il Napoli, una fonte di guadagno e di ricavi strutturali.
Il progetto dovrà essere pronto entro il 2024, anno in cui potrebbe essere inaugurata la Superlega, in modo da poter mettere sul tavolo un’ulteriore fiche a supporto della candidatura del club azzurro.
Ma questo del San Paolo, però, resta un tema molto delicato con uno scenario, purtroppo, ancora tutto da decifrare.