Che il Napoli, oggi, sia una squadra poco equilibrata lo ha detto proprio Carlo Ancelotti. Quando? Vi starete chiedendo in tanti.
In effetti non lo ha detto mai. O, almeno, non lo ha detto con le parole.
Osservate lo schemino che segue:
PARTITA | CENTROCAMPISTI UTILIZZATI |
Fiorentina- Napoli | Allan, Zielinski, Fabian Ruiz |
Juventus-Napoli | Fabian Ruiz, Allan, Zielinski |
Napoli-Sampdoria | Elmas, Zielinski, Fabian Ruiz |
Lecce-Napoli | Fabian Ruiz, Elmas, Zielinski |
Napoli-Cagliari | Allan, Zielinski |
Napoli- Brescia | Allan, Fabian Ruiz, Zielinski |
Studiando accuratamente le formazioni schierate da Ancelotti nelle prime sei gare disputate dagli azzurri si evince un dato interessante:
soltanto nella gara giocata e persa con il Cagliari il Napoli si è schierato con “soli” due centrocampisti puri tra tutti quelli di cui dispone (Allan e Zielinski). Nelle restanti cinque gare sono stati sempre impiegati tre centrocampisti (di cui due utilizzati nel mezzo e uno largo a sinistra o, in assenza di Callejon, a destra).
Questo dato – magari passato in sordina per qualche tempo – è stato indirettamente spiegato da Carlo Ancelotti nella consueta intervista post-gara con il Brescia:
“Il sistema di gioco non è cambiato. Ho fatto giocare Zielinski largo a sinistra perché ha caratteristiche diverse e ci garantisce in questo momento maggiore copertura”.
Insomma, nell’immaginario di tutti (e forse anche in quello dello stesso Carlo Ancelotti), la casella occupata da Zielinski domenica contro il Brescia dovrebbe essere presidiata, in condizioni di forma normali, da un calciatore offensivo, brevilineo, capace di supportare costantemente la fase offensiva ed essere maggiormente decisivo in fase realizzativa. In altre parole, sarebbe il posto di un Insigne, di un Younes, di un Lozano. Insomma, l’alter ego di Callejon (anche se lo spagnolo per caratteristiche è unico ed inimitabile) sul fronte offensivo opposto.
In questo momento, questa tipologia di calciatore non assicura l’equilibrio che serve. In questa fase iniziale di campionato, le prestazioni individuali e collettive sono sotto gli standard consueti per cui, il buon Carletto, ha notato che in mezzo al campo piuttosto che qualità realizzativa e supporto offensivo occorrono gamba e corsa. Ecco perché i Zielinski, i Fabian, gli Allan. Ed ecco perché Insigne ha avuto un minutaggio al di sotto del suo solito e Younes il campo non lo ha quasi mai visto.
Tutto comprensibile, ma una domanda va posta: il Napoli in rosa ha 5 centrocampisti (Allan, Zielinski, Fabian Ruiz, Elmas, Gaetano), un reparto ritenuto da molti soddisfacente, sia in termini numerici che qualitativi. Per altri, invece, magari quelli più timorosi di defezioni ed infortuni, un comparto risicato. Chi ha ragione? Dipende.
Se la fase che attraversa il Napoli è transitoria, se ben presto gli azzurri si schiereranno con due soli centrocampisti puri, allora la rosa può ritenersi sufficiente. Ma se Ancelotti dovesse continuare ad utilizzare tre centrocampisti a partita, beh, il problema deficit numerico andrebbe posto eccome.
Il tempo ci dirà. Avrà avuto ragione chi, osservando i movimenti di mercato relativi al centrocampo, aveva espresso giudizi aventi la manica corta e stretta o lunga e larga?