Un Napoli da psicanalisi. Difficile fare elucubrazioni tecnico tattiche quando si perde una partita simile: quando la stagione ti indica chiaramente che non ci sono più possibilità di quarto posto; quando nonostante tu ci metta tutto l’impegno avviene sempre qualcosa che scombina i piani.
I due gol presi oggi sono topiche difficili da raccontare. Errori individuali fantozziani che hanno come comune denominatore una tranquillità mentale pressocchè nulla. Una sconfitta che fa ancora più male perchè avvenuta dopo una prestazione gagliarda e vogliosa, a tratti arrembante.
Il Napoli ha prodotto tanto e concesso troppo. 33 tiri nello specchio della porta per un solo gol. Nelle ultime 15 stagioni di Serie A solo 2 volte una squadra aveva perso dopo aver collezionato un dato simile. Ma guai a soffermarci solo su questo aspetto. Analizzare la partita solo da questo punto di vista sarebbe sbagliato. Il Napoli ha paura. Lo dicono i primi 10 balbettanti minuti con errori individuali che hanno del ridicolo. Lo dice la costante ricerca del sostegno di un pubblico musone e privato del tifo organizzato.
Il Napoli non “gioca” più a calcio. I giocatori hanno la sensazione di vivere un incubo. Non si divertono più. Sentono il peso del fallimento e si abbattono per poi ricrederci sapendo però che la delusione è dietro l’angolo. Il Napoli è una squadra che gioca sapendo di deludere.
Gattuso dovrà cercare di ricomporre i cocci che hanno le sembianze di frammenti che tagliano testa e gambe dei partenopei. La scivolata di Zielinski (che era stato il migliore in campo per continuità tra primo e secondo tempo) emblema di una stagione maledetta.
Tatticamente questa squadra necessita di un uomo d’ordine a centrocampo se vuole giocare con il 4-3-3. Fallito l’esperimento di Allan davanti alla difesa. Il brasiliano, soprattutto in casa, non può organizzare la manovra e rischia sempre di essere pressato alto e di concedere occasioni importanti agli avversari.
Malissimo Fabian Ruiz nel primo tempo. Molto meglio nella ripresa.
Profeta in patria…NO. Il Napoli ha bisogno anche e soprattutto di recuperare Lorenzo Insigne. La diatriba continua tra il ragazzo di Frattamaggiore e il suo pubblico è divenuta stucchevole e controproducente. Fa male a lui che sembra involuto, triste e spento. Fa male a noi che paghiamo amaramente il suo scarso stato di forma. Anche in questo caso occorre un aiuto che possa incidere più sulla psiche che sulle gambe.
Ma vuoi vedere che avevamo bisogno di uno come Freud?