Ieri si sono recuperate le gare di Serie A non giocate la settimana precedente per l’emergenza legata al coronavirus. Noi de ilPartenopeo.it quasi non ce ne siamo accorti. Forse perché dotati di particolare sensibilità? Forse perché particolarmente scossi da quella che si può ormai definire un’emergenza nazionale?
No, crediamo proprio di no. La risposta è più semplice: in questo clima, del calcio, non frega niente a nessuno.
Ci siamo imbattuti ieri in qualche immagine fugace che ci giungeva dai terreni di gioco e l’incredulità ha fatto breccia sul nostro volto in maniera ancora più pregnante. Come si fa a scendere in campo con le mascherine, esultare e ricordarsi che non è il caso di abbracciarsi, magari evitare pure i contrasti per rispettare in maniera ferrea le direttive governative per evitare il contagio?
Ma non scherziamo. Quella andata in scena ieri non è stato il recupero di una giornata di calcio non giocata ma la sagra del paradosso, l’emblema della surrealtà.
Non fermare i campionati sarebbe ridicolo.
Le gare vanno immediatamente sospese per due ragioni: innanzitutto per cautelare la salute dei protagonisti e quella di tutti gli appassionati e, in secondo luogo, perché il calcio è emozione e non può esserci coinvolgimento emotivo se, in ognuno di noi, c’è la paura di infettarsi e rischiare la vita.
E’ inutile negare che il pensiero di tutti noi è rivolto a questo tsunami che ci si è presentato davanti. Il nostro non vuole essere un messaggio allarmistico ma nemmeno tranquillizzante. La problematica esiste, è viva, per molti versi indefinita forse proprio perché indefinibile.
Non sarebbe possibile seguire il calcio con la spensieratezza solita e, soprattutto, non sarebbe possibile assistere a professionisti non condizionati dall’allarmismo diffuso.
A che calcio assisteremmo? E con quale coinvolgimento?
Le deprimenti risposte che ci siamo dati rispondendo a queste domande ci hanno fatto assumere una posizione netta: il calcio va fermato subito. Senza se e senza ma.
Lo ha sollecitato negli ultimi giorni anche il Ministro Spatafora rivolgendosi a Lega Serie A e Figc, le uniche a poter prendere una decisione finale in merito.
Ha alzato la voce anche Damiano Tommasi, presidente Aic, che ha chiesto ripetutamente la sospensione delle partite denunciando la mancanza delle condizioni per poter giocare. Lo ha urlato anche Mario Balotelli dal propri profilo social, sottolineando il pericolo che si corre e la salvaguardia della salute di tutti.
Domani è previsto un consiglio federale straordinario che tratterà esclusivamente questo argomento. La comunicazione è stata diramata in modo ufficiale nella giornata di ieri: si valuta la sospensione dei campionati professionistici.
E intanto, oggi, si gioca Sassuolo-Brescia.