L’anagrafe come una condanna. In Italia è così. Se hai appena 21 anni sei destinato a marcire in panchina.
Perché Eljif Elmas non è visto da Gennaro Gattuso?
Eppure non ci sembra che il centrocampo del Napoli in questa fase storica brilli particolarmente di luce propria.
La casella medianaccio, bene o male, sembra apposto. Demme e Bakayoko si palleggiano allegramente il titolo di tassello che mancava. Il giudizio, in pieno stile nostrano, varia a seconda dei risultati. Se si vince con Demme, il tedesco diventa imprescindibile. Se si perde, sul trono si siede Bakayoko. Se perdono entrambi la questione diventa seria. Anzi, serissima.
Perché la bocciatura di entrambi scopre troppe caselle.
Lobotka nemmeno lo si prende in considerazione. Di lui – in molti – si divertono ad ironizzare sulla sua presunta inefficienza fisica. Stiamo usando un eufemismo, ovviamente.
E Fabian? Ci manca poco e lo vedremo comparire nelle vignette sarcastiche al fianco dello slovacco.
Che fine abbia fatto quel coniglio dal pelo d’oro pescato in terra iberica nessuno lo sa. Problemi tattici? Di stimoli? Il mistero è profondo.
Fatto sta che per il campo lo si vede sbagliare passaggi che ricordano i gesti tecnici palesati in quelle zuffe travestite da partitelle che facevamo da ragazzi sotto casa. Lo si vede arrancare. Ma state tranquilli, c’è anche qualcosa che non fa, lo spagnolo: mai una iniziativa degna di nota, mai un filtrante, mai un assist. Lo spagnolo ci perdoni l’acidità dialettica, fatichiamo a non servircene.
La speranza è che prestissimo si possa innanzitutto capire l’inghippo dove sta, perché Fabian è un capitale da recuperare. E in fretta.
Zielinski invece quest’anno sembra aver trovato sotto l’albero di Natale un pochino di continuità e, non vorremmo esagerare, anche una punta di leadership. Il polacco, anche nei momenti bui della squadra, non è sembrato sparire completamente dalla scena, anzi, talvolta, qualche sua iniziativa ha tolto le castagne dal fuoco agli azzurri e al suo allenatore.
Insomma, il centrocampo azzurro, non gode di ottima salute.
Ed è per questo motivo che non abbiamo ad oggi capito il perché di un così scarso utilizzo di un calciatore come Eljif Elmas. Perché al macedone, in questa situazione di mediocrità prestazionale, non si è riusciti a trovare una collocazione?
Il ragazzo è giovane ma ha già tanta esperienza internazionale, è titolare della sua nazionale, ha voglia di mettersi in mostra, grinta da vendere, poliedricità tattica, svolge le due fasi forse come nessuno dei colleghi di reparto. Perché ritenerlo palesemente un rincalzo? Solo perchè è il più piccolo della comitiva?
Comprendiamo la logica delle rotazioni. Non comprendiamo le gestioni che sgonfiano entusiasmi e deprezzano capitali o potenziali capitali.
Non abbiamo mai compreso a fondo e condiviso del tutto la gestione di Meret, cominciamo a nutrire dubbi anche su quella di Elmas.
I due, avranno almeno trascorso il Natale assieme?