Ad un certo punto il risultato quasi è passato in secondo piano.
Troppo brutti per essere veri. Troppa confusione per essere una compagine di professionisti.
I numeri contano poco, lo sappiamo ma, stasera, quello che ha davvero sconcertato è stata l’evidentissima mancanza di esercizio, di allenamento, di assimilazione di movimenti che diventano prerequisito fondamentale per applicare qualsiasi sistema di gioco.
La contemporanea coesistenza dei tre difensori centrali ha disorientato non solo quelli che hanno assistito da casa alla gara ma anche, purtroppo, gli stessi interpreti. Impresentabile Maksimovic, l’unico dei tre, tra l’altro, ad aver sempre giocato con questo modulo nella passata esperienza torinese.
Ma i guai non sono stati confinati alla zona difensiva. La costruzione del gioco non ha avuto nessun interprete. I due mediani hanno distrutto tutto, compreso proprie velleità di costruzione in fase offensive.
Cosa dire degli esterni di centrocampo? L’Atalanta di solito adotta questo sistema di gioco utilizzando come interpeti Gosens ed Hateboar. Immaginiamo sia assolutamente superfluo proseguire in qualsiasi tipo di osservazione aggiuntiva.
Se dietro si piange, davanti non se la passano meglio: il povero Lozano ha avuto antiche allucinazioni ancolettiane e le ali d’attacco, comodamente accomodatesi al suo posto, hanno galleggiato sulla cresta di una mediocrità diffusa.
Insomma, una squadraccia davvero. Al di là del risultato, accettabile comunque. Al di là della forza dell’avversaria, parzialmente assopita, parzialmente attutita, anche grazie ad un Ospina sempre più attento e sempre più leader.
Sui cambi preferiamo sorvolare. Di solito, quando avvengono, ne si comprende la collocazione o, eventualmente, il cambio di atteggiamento tattico.
Stasera non abbiamo capito niente.
Osimhen a parte, collocato lì per default, Petagna, Zielinski ed Elmas, anch’essi subentrati, non abbiamo compreso in che zona del campo abbiano giocato.
Non sappiamo se sia tutta colpa di Gattuso. Ha cambiato repentinamente modulo rinnegando tutti gli esperimenti fatti da quando siede sulla panchina del Napoli. Oggi ci è davvero abbia toccato il fondo. Eppure, la squadra sembra essere ancora tutta con lui.
Il fango si intorpidisce ancora di più e gli orizzonti diventano sempre meno limpidi.
Tra una settimana la gara a Bergamo, tutto può ancora succedere e il passaggio del turno è tutt’altro che indirizzato ma la confusione che regna in questa fase fa davvero paura.
Tutto sembra non promuovere il Napoli. Tutti sembrano essere contro il Napoli, telecronista RAI compreso che aggettiva come bocciato, un Insigne che abbandona il campo zoppicante e affaticato da una serie interminabile di impegni che l’ha visto sempre titolare fino all’ultimo minuto.