Il comunicato con il quale la Società Sportiva Calcio Napoli ha annunciato dal sito web ufficiale la decisione di limitare la partecipazione agli incontri con i media alle sole testate invitate dalla Società stessa è piovuto con la violenza tipica di un temporale estivo.
Accantonata a fatica l’incredulità, resta da chiedersi il perché. La prima riflessione che va certificata come insindacabile è quella che ci porta ad asserire che non si sia trattato di un’azione estemporanea ed isolata, ma dell’ anello facente parte di una catena molto più corposa.
Il Presidente del Calcio Napoli, vestiti i panni metaforici del personaggio cinematografico Lex Luthor, ha voluto generare una serie di terremoti nell’ambiente-Napoli, passaggi chiave di un disegno prestabilito e molto più articolato.
Selezionare la stampa da invitare alle conferenze non solo è un’azione che fa storia, una chiusura che sembra irrispettosa della professione altrui, un provvedimento che ha anche scatenato l’Ordine e il Sindacato dei giornalisti che hanno ricordato alla società di De Laurentiis che la partecipazione alle conferenze stampa va sempre garantita a tutto il mondo dell’informazione, ma anche una presa di posizione che va capita prima di essere condannata.
Perché il Napoli ha azionato meccanismi così discutibili al punto da minare il fondamentale principio democratico del pluralismo informativo? Perché la società partenopea ha adottato un provvedimento che ha innescato pericolose forme di discriminazione?
La risposta ai quesiti è molto poco cervellotica: il Napoli non ha il piacere di ospitare tutti. Semplicisticamente la volontà potrebbe essere definita antidemocratica e ingiusta. Ma siamo sicuri sia illegittima?
Facciamo un passo indietro e poniamoci una domanda: tutti gli invitati sino ad oggi alla tavola bandita d’azzurro hanno rispettato le regole non scritte dell’onestà intellettuale? Forse Aurelio De Laurentiis non è più disposto ad accettare le provocazioni volutamente disfattiste di alcuni organi d’informazione? Forse non crede ci sia stata equità di giudizio nei confronti della società che guida? Forse ha deciso di aprire le porte di casa sua solamente all’oggettivismo precludendo l’accesso a presunti atti vessatori? Oppure, più banalmente, ha deciso di ricevere solamente chi non fa domande scomode?
Difficile rispondere, ma una cosa possiamo dirla con estrema certezza: sino ad oggi le domande ritenute “scomode” non sono state poste nemmeno da chi non ha condiviso nemmeno le virgole della gestione del club.
Ma il mirino all’interno del quale opera l’occhio astuto del numero uno del Calcio Napoli non è vissuto solo da parte di stampa: a farle compagnia c’è anche una fetta di tifoseria.
Ad Aurelio De Laurentiis non vanno giù le continue e feroci critiche alla sua gestione, reputa inaccettabili i focolai di contestazione che divampano un po’ ovunque e che non tengono conto dei progressi sportivi conquistati dalla squadra nel corso della ormai pluriennale sua gestione del Club. La considerevole cifra di 40 euro per assistere da una delle due curve alla gara casalinga contro il Milan allo stadio San Paolo altro non è che l’attestazione di un affronto, l’autenticazione di un disappunto. Ma forse è addirittura qualcosa di più: un’esortazione all’assenza. “Non abbiamo bisogno di voi”, sembra essere il contenuto del messaggio inviato ai tifosi, o almeno a parte di essi.
Insomma, il medesimo messaggio inviato a porzione di stampa.
Due disposizioni clamorose, due scelte che hanno fatto rumore e generato malcontento. Provvedimenti che seppur cullino in sè stralci di motivazioni valide vanno a cumularsi alla freddezza palesata in altre occasioni: dagli appuntamenti saltati (e mai recuperati) in quel di Dimaro, alle omesse ed inesplicate conferenze di presentazione dei nuovi acquisti.
Insomma, la spaccatura tra la S.S.C. Napoli e ciò che lo circonda sembra cospicua e preoccupante. Da un lato vi è la società del presidente De Laurentiis, dall’altro coloro che sembrano esser diventati i nemici numeri uno. Una sorta di pulizia ambientale quella praticata dalla S.S.C.Napoli, una dissociazione cercata e praticata, ma anche un’azione che non ha tenuto assolutamente conto delle ricadute che potrebbero esserci nel futuro prossimo.
I risultati sportivi eccellenti della squadra potranno essere gli unici avvaloratori della strategia societaria, il popolo dei risentiti è cresciuto a dismisura e sarebbe pronto a togliersi qualche sassolino dalle scarpe alla prima occasione.
Ma il processo più pericoloso è quello che al momento non da ancora traccia di sé, ci riferiamo ad un’embrionale disaffezione testimoniata anche da una scarsa risposta del pubblico alla recente campagna abbonamenti. Domani ha finalmente inizio il campionato 2016/2017, ed il cuore dei napoletani attende di essere scongelato dalle auspicate performance del campo. Per fortuna a Pescara è previsto bel tempo.