Bisogna subito metabolizzare la delusione e non lasciarsi sopraffare dal relativismo della classifica: il Napoli ha disputato una delle migliori stagioni della sua storia.
La strana sensazione di disfattismo che aleggia su Napoli in questi giorni, ingrigiti dal freddo finire di aprile e dalla sconfitta last minute contro la Roma, si palesa per strada, tra la gente, sui social network. Il campionato non è ancora finito ma l’umore della piazza rispecchia quello della squadra: scoramento e insoddisfazione emergono a causa dei recenti risultati dell’ultimo mese.
Certo, la sconfitta contro la Roma ha pesato e non poco sulla condizione psicologica dell’ambiente che in poche settimane ha visto svanire il sogno scudetto e mettere addirittura in dubbio una seconda posizione che sembrava scontata. Fino al gol di Nainggolan sembrava tutto compiuto, cinque punti in tre partite erano difficili da recuperare e adesso Napoli si starebbe già pregustando la musichetta della Champions dalla porta principale.
Ma così non è stato.
Trascorsi due giorni dalla deludente sconfitta, è il momento di prenderne atto e guardare avanti.
Ma non solo guardare avanti, occorre continuare a tenere in mente quanto di buono è stato realizzato durante questa stagione. Non bisogna dimenticare che il Napoli è stata la squadra che ha giocato il miglior calcio del campionato, osannata da critici e presa ad esempio anche da stampa e tecnici al di fuori dei confini italici. Lo stile di gioco insegnato da Sarri ha esaltato gli interpreti e dato una precisa identità alla squadra. E’ mancato il salto di qualità che avrebbe forse consentito di giocarsi il massimo piazzamento fino all’ultima giornata, ma questa è un’altra storia e merita un’analisi più approfondita in altra sede.
Dicevamo, questo scoramento di Napoli e del Napoli va subitaneamente scrollato di dosso. Chi ha partecipato (in campo e sugli spalti) a questa eccellente stagione non deve commettere l’errore di mollare proprio ora. Sul più bello. Questo è il momento di raccogliere il frutto di un anno di lavoro e di passione. Quel secondo posto Napoli lo merita, per quanto espresso e quanto dimostrato in questi mesi. E in queste ultime tre partite toccherà dimostrarlo, ancora.
Perché è vero che si è perso la battaglia di Roma, ma la partita finale è ancora aperta.
Certo, quando si ammira la luce da così vicino, è facile restare abbagliati. E quindi normale aver perso l’orientamento, la lucidità. E ciò vale sia per la squadra che per il mister. Prenderne atto e superare questa fase implica una grande forza di volontà, ma realizzare che lo scudetto è diventato un obiettivo di questa squadra, per meriti e non per obbligo, è forse il più grande traguardo che Napoli poteva raggiungere. Siamo stati primi, campioni di inverno, abbiamo osservato tutti dal punto più alto della torre, abbiamo cullato un sogno che non sfioravamo da decenni e avremo un capocannoniere che sarà ricordato come uno dei più forti della storia azzurra. Ma adesso bisogna rimboccarsi le maniche e affrontare compatti gli ultimi tre incontri di questa straordinaria stagione.
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