La porta del paradiso non è soltanto quella scolpita da Lorenzo Ghiberti all’esterno del Battistero di Firenze, ma anche quella attraverso cui si ottiene il lasciapassare per la partecipazione al torneo calcistico più prestigioso ed affascinante d’Europa, la Champions League.
Le due porte, che hanno in comune un materiale molto prezioso quale l’oro, sono entrambe un viatico verso la pace dei sensi. Superfluo e specificarne le differenze, il rischio di essere blasfemi è dietro l’angolo.
Diciamo subito che un Napoli vittorioso sabato prossimo contro il Frosinone proietterebbe di diritto i partenopei ai gironi di Champions e al sesto anno consecutivo di partecipazione alle competizioni europee. Una enormità, considerato il fatto il Napoli in tutta la sua esistenza abbia soltanto una volta superato le 5 partecipazioni ad una competizione europea: 18 partecipazioni all’Europa League (ex Coppa Uefa):
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima apparizione |
Uefa Champions League ex Coppa dei Campioni d’Europa |
5 | 1987-1988 | 2014-2015 |
Uefa Europa League ex Coppa UEFA |
18 | 1971-1972 | 2015-2016 |
Coppa delle Coppe | 2 | 1962-1963 | 1976-1977 |
Coppa delle Fiere | 4 | 1966-1967 | 1969-1970 |
Coppa Mitropa ex Coppa dell’Europa Centrale |
2 | 1934 | 1966 |
Coppa delle Alpi | 3 | 1960 | 1969 |
Coppa Torneo Italia | 1 | 1961 | |
Coppa Anglo-Italiana | 1 | 1970 | |
Coppa di Lega Italo-Inglese | 1 | 1976 | |
Coppa Intertoto | 1 | 2008 |
Ma nulla è ancora conquistato. Tutto è ancora in ballo.
La vittoria della Roma domenica scorsa contro il Chievo Verona aveva preoccupato eccome i tifosi azzurri, un passo falso del Napoli a Torino avrebbe con ogni probabilità scritto la parola fine alla rincorsa al secondo posto. Così per fortuna (e bravura) non è stato, per cui gli uomini di Sarri sono lì, ad un passo dalla qualificazione diretta in Champions.
Ma si tratta di un passo da compiere.
Il calcio insegna che le gare facili e scontate sono spesso le più complicate e le più ostiche. In soccorso all’avvaloramento del concetto ci vengono i detti popolari: “La palla è rotonda”.
Vincere, dunque. Perchè arrivare terzi non sarebbe affatto la stessa cosa.
Nell’immaginario di qualcuno la differenza tra la seconda e la terza posizione non sarebbe abissale, in fondo non è affatto così.
Al di là dell’impossibilità di pianificare con una certa disinvoltura e serenità la stagione successiva, consapevoli del fatto di disporre con certezza l’introito “Champions”, la parola passerebbe al campo. E negli ultimi anni il terreno di gioco per le italiane ha spesso bestemmiato.
Basti pensare che dalla stagione 2009/10 ad oggi soltanto una volta chi aveva la possibilità di accedere ai gironi della Champions League attraverso i preliminari ci è riuscito. Ci riferiamo al Milan, stagione 2013/14. Tutte le altre volte le squadre italiane hanno fallito: Udinese (per ben due volte), Sampdoria, ed ovviamente Napoli con la disfatta di Bilbao ancora viva nei ricordi di tutti.
Dati, considerazioni, che obbligano il Napoli a vincere. Non tanto perchè la qualificazione in Champions fosse punto d’arrivo prefisso, quanto perchè un passo falso sarebbe moralmente inaccettabile.
Domenica 10 gennaio Il Napoli batteva il Frosinone per 1-5 lasciandosi incoronare campione di inverno.
Esattamente ad un girone di distanza una città intera si aspetta la proclamazione definitiva.