I punti della nostra analisi di solito sono cinque, ma la conquista diretta della Champions League da parte del Napoli ed il record conquistato da Gonzalo Higuian come miglior cannoniere della storia del calcio italiano, ci obbligano a raddoppiarli.
La tensione di Sarri
Il volto è di quelli tesi, molto tesi. Maurizio Sarri sale le scalette degli spogliatoi che portano sul terreno di gioco, il colpo d’occhio è di quelli che commuovono, gli applausi più scroscianti del solito, ma lui fatica a dispensare sorrisi, la tensione gli blocca la muscolatura facciale, non quella degli arti, il braccio si alza in segno di saluto, la folla si accontenta.
Higuain pensa al record
Non ce ne voglia colui che ha trascinato il Napoli per tutto l’arco del campionato, davanti agli occhi di Gonzalo Higuain è sembrato esserci il bottino stagionale del milanista Nordahl, ancor prima della conquista dei tre punti contro il Frosinone. Un primo tempo statico, quello dell’argentino, poco collaborativo, assente nelle manovre d’attacco degli azzurri. Lo sfondamento personale è sembrato essere il suo principale obiettivo.
Arbitro contro il Napoli
Il Frosinone scende in campo al San Paolo con l’intenzione di onorare il gioco del calcio, nulla di più. Ma al minuto 12° ci pensa l’arbitro Celi ad incattivire i laziali: Gori commette un fallo sulla trequarti, il fischietto molisano fischia e ne riceve in cambio qualche offesa di troppo. Non sarà stata la prima, non sarà l’ultima, fatto sta che, almeno stavolta, la reazione arbitrale è rigidamente regolamentare. Cartellino rosso e spogliatoi guadagnati per il centrocampista di Stellone.
Il segno della paura
Il minuto 19° è quello che rende la paura un dato concreto preoccupante. Allo stadio San Paolo, Insigne, splendidamente servito da Hamsik si libera in area di rigore e sferra un bolide che si stampa sulla traversa. Il Napoli non riesce ad abbattere il muro del Frosinone. A 800 km di distanza, nello stesso momento, Salah porta in vantaggio la Roma. Il Napoli perde il viatico diretto verso la Champions: è terzo in classifica.
Dov’è Callejon?
Nella prima mezz’ora di gioco il Napoli prova a spiccare il volo monco della sua ala destra, e forse non è un caso che non riesca a decollare. Stranamente avulso dal gioco, mai servito, mai entrato in nessuna delle trame offensive imbastite. Poi, dal trentesimo al trentacinquesimo minuto Calleti esce dal guscio e “rischia” per ben tre volte di portare gli azzurri in vantaggio. Lo spagnolo innesca la quarta. Lo farà anche il Napoli.
Hamsik come Diego
La tensione la spazza via lui. Il tempo scorre via inesorabile, la fine della prima frazione di gioco è alle porte, il timore di faticare più del dovuto le ha già spalancate. Ma compare lui, con i suoi micidiali inserimenti, con il suo tempismo. La palla è in rete, i gol sono 81, proprio come quelli realizzati da Re Diego con la maglia azzurra del Napoli. La cresta vola con lui in una corsa scaccia-paura verso i tifosi, la mano al petto, proprio lì dove giace più vivo che mai il suo amore per la maglia che indossa. Il Napoli, in vantaggio, torna secondo in classifica.
Un giorno all’improvviso?
Un giorno all’improvviso, accade che il coro che del coro che ha accompagnato gli azzurri nei festeggiamenti non ve ne sia traccia. Gonzalo Higuain segna il suo primo gol, il secondo del Napoli, la Champions è vicinissima, i tifosi si sfogano in un coro liberatorio, ma non è quello canonico. Il cambio è spontaneo, corale, più coordinato che mai:
“È passato tanto tempo
Non ci lasceremo mai
Siamo figli del Vesuvio
Forse un giorno esploderà
Una vita insieme a te Di domenica alle 3
Non riesco a stare solo senza te
Quando un giorno morirò Da lassù ti guarderò
Quanti cori al funerale chiederò!”
Il riferimento, il richiamo alla terra natia è stato più forte di tutto, anche delle stupende consuetudini canore.
Higuain nella storia
52°, 62°, 71°. Sono i minuti che hanno proiettato il Pipita in cima ai cannonieri più prolifici del campionato italiano. Una tripletta inaspettata viste le tensioni e le frizioni della prima frazione di gioco. Una tripletta delirante, indescrivibile, memorabile. 36 reti in un solo campionato. La media di un gol a partita. Nordahl è superato. Il record è del Pipita, e della sua gente.
Sarri ringrazia Callejon
Di solito non si lascia andare ad esuberanti manifestazioni d’affetto, ma stavolta ha fatto un’eccezione. Josè Maria Callejon, sostituito al minuto 65°, ha ricevuto dal suo tecnico un forte e duraturo abbraccio. Per Maurizio Sarri, i complimenti dispensati allo spagnolo lungo tutto l’arco del campionato, evidentemente, non erano abbastanza.
La festa
Mezz’ora dopo il fischio finale il San Paolo è ancora tutto pieno. Dal triplice fischio di Celi un susseguirsi di emozioni senza fine. All’impassibile sguardo di De Laurentiis in tribuna si contrappone il delirio, quello sulle tribune del San Paolo, diventate magicamente fantastiche, ma soprattutto quelle di scena sul terreno di gioco. Il Re è lui, Gonzalo Higuian. Il suo giro di campo gli consente di abbracciare simbolicamente tutto il pubblico presente, condividendo la gioia con chiunque gli sia transitato davanti, dai fotografi ai compagni di squadra, dai membri dello staff a chi lo ha messo in condizione di fare così bene, Maurizio Sarri. L’abbraccio tra i due è l’emblema della graditudine.
Il Napoli è in Champions. Gonzalo Higuain sul tetto dei bomber “italiani” più prolifici di tutti i tempi. Napoli, la festa è tutta tua, goditela.