E adesso ricordiamoci di lui.
Del suo arrivo in punta di piedi, del carico di scetticismo che aveva al seguito, ricordiamoci del suo favoloso impatto con la città, con l’ambiente tutto. Ricordiamoci del suo incontro con Higuain, dell’imbarazzo di un talentuoso sconosciuto al cospetto del campione conclamato. Ricordiamoci della sua cultura del lavoro, della sua serietà, del suo parlare poco forbito ma vero ed essenziale. Perchè no, ricordiamoci anche della sua avversione ai formalismi, dell’amore per la sua tuta che incarna perfettamente il suo modo di essere. Ricordiamoci del suo spumeggiante gioco, ma soprattutto dei risultati ottenuti.
Adesso ricordiamoci di lui, anzi facciamolo un domani.
Quando verranno momenti meno positivi, quando non verranno i risultati, o non saranno entusiasmanti come quelli appena conseguiti. Ricordiamoci di Maurizio Sarri quando il suo credo, la sua passione, le sue competenze, la sua capacità gestionale, non avranno la fortuna di baciarsi con quelle componenti intangibili che costituiscono lo spettro vincente. Si, perché la palla e’ rotonda, e talvolta può rotolare all’ interno della porta sbagliata.
Ricordiamoci di lui così come ha saputo fare l’ambiente Juve con un Massimiliano Allegri al limite dell’imbarazzante ad inizio stagione. La società, la piazza tutta, hanno saputo smembrare una delle abitudini peggiori del calcio: l’assenza di memoria. Non sono bastati infatti appena 12 punti i 10 gare al pluri-scudettato allenatore livornese per essere costretto a separarsi dalla preziosa panchina bianconera. Mai messo in discussione dalla società, sempre protetto, mai contestato dai tifosi. Nel menù presente alle numerose feste scudetto presenziate dalla Juventus tra i colpi dei suoi campioni e qualche favore arbitrale vi è stata sicuramente anche questa inusuale e a molti indigesta capacità.
Una scelta vincente, che basa i suoi principi tenendo fuori portata l’istintività, ed in grandissima considerazione la progettualità e la memoria.
Già, la memoria, la stessa che non ci dovrà abbandonare mai, la stessa che dovremmo abbracciare nei momenti di difficoltà, imprecando contro la cattiva sorte, la casualità, e perchè no, anche contro le congetture astrali degli avversari, ma che dovrà tener fuori dal vortice della sofferenza e della polemica lui, colui che si è presentato nei panni di Davide ed ha battuto Golia, il nostro inguaribile scetticismo.