La Milano del calcio diventa cinese, o almeno così sembra. Le trattative relative alla cessione di Inter e Milan sono sempre più avviate, e una nuova frontiera sembra destinata a inserirsi prepotentemente nel calcio italiano.
Pare ormai cosa fatta l’acquisto della società nerazzurra da parte del colosso dell’elettronica Suning Commerce Group, di proprietà di Zhang Jindong, ricco di un patrimonio pari a 17 miliardi di dollari di fatturato annuo e già attivo nel calcio in Cina. Secondo le ultime voci Suning investirà circa 400 milioni di euro, pronti per l’acquisizione di circa il 70% del club, ovvero l’intera quota di Moratti (il 29,5%) più una buona parte (40/50%) di quella di Thohir, che resterebbe socio di minoranza. Suning si accollerebbe il debito con Goldman Sachs (220 milioni circa), versando cash il resto della somma nelle tasche di Moratti e Thohir per rilevare le loro azioni, e ponendo le basi per un successivo aumento di capitale.
Più complessa la trattativa sulla sponda rossonera. Il Milan è in vendita dall’ottobre 2014, quando si cominciò a parlare di Mr. Bee, ma da allora solo tante chiacchiere e pochi fatti hanno accompagnato le vicende societarie del diavolo. Le cose si avviano però a cambiare e, pur restando intricato, appare possibile l’acquisto da parte della cordata cinese guidata da Sal Galatioto, pronta a comprare dapprima il 70% del club per 500 milioni di euro, e poi a investire altri 200/300 milioni nel giro di due anni per acquisire tutta la proprietà del Milan.
Tra voci contrastanti e scetticismo dilagante, la realtà è che i cinesi sono lì, pronti a buttarsi con tutti i loro soldi nel campionato italiano per far risorgere due grandi società, ormai in crisi di risultato da qualche anno. La cosa non sorprende. Il calcio è sempre più business e, si sa, con la crisi dell’Euro i capitali da investire sono sempre più orientali. Sta accadendo nel calcio e nello sport in generale, in quello che ormai i cinesi considerano un settore fondamentale dove poter investire e creare indotti di dimensioni esponenziali.
E mentre il modesto campionato cinese si arricchisce di stelle, reclutando pedine importanti ottenute grazie a ingaggi e investimenti faraonici, l’interesse cinese per Milan e Inter non deve stupire. Il calcio da quelle parti (e non solo) è ormai considerato un settore aziendale da sfruttare, e chi meglio dei cinesi può vantare esperienza nel fiutare l’affare e buttarsi, complici le sterminate liquidità, nel tentativo di rilanciare marchi di prestigio ma in crisi come Inter e Milan? Una serie di operazioni come gli interventi relativi agli stadi, l’acquisto di giocatori importanti, una politica di intenso marketing rappresentano sulla carta un’occasione troppo ghiotta per estendere i propri confini oltre l’Oriente.
Il tutto, peraltro, con il sostegno del governo cinese, per almeno due ordini di ragioni: quella strettamente calcistica, con l’idea che attraverso l’estensione in Europa possano accrescersi le possibilità di rendere la Cina una potenza calcistica, e giungere a organizzare in futuro una grossa manifestazione (i mondiali?); l’altra, la più importante, quella che più di tutte giustifica le cifre mostruose relative alla trattativa, è di natura economica, e tiene conto del fatto che attraverso gli investimenti all’estero la Cina punta al riconoscimento dello status pieno di economia di mercato, con tutti i vantaggi doganali che ne deriverebbero rispetto alle economie occidentali.
L’acquisto dei cinesi appare un affare per tutti. Oltre che per i futuri acquirenti, anche per coloro che lasciano, perchè in questi tempi di crisi liberarsi dei debiti e venir fuori da un tunnel economico e di risultati che pare senza uscita, incassando somme importanti o addirittura plusvalenze come Thohir, non è cosa di poco conto. E allora resta da chiedersi con l’avvento di questi investitori provenienti dall’Asia cosa potrebbe cambiare per le squadre milanesi e per il campionato italiano, che negli ultimi anni ha subito il dominio pressochè totale della Juventus per merito dei bianconeri, certo, ma anche per mancanza di competitività delle due storiche rivali.
Non è facile dire cosa sarà. Una verità è certa: non basteranno soltanto i soldi a sovvertire l’esito del campionato di serie A, almeno nel breve periodo. Prima di tutto perchè oltre a una consistente base finanziaria è necessaria una competenza, un’organizzazione che difficilmente i cinesi, da soli, potranno vantare. Appare plausibile che faranno leva sull’esperienza di chi è in quel mondo da tempo, ma bisognerà gestire gli equilibri, i rapporti che inevitabilmente verranno a crearsi con la novità. E poi il fair play finanziario: esistono vincoli di bilancio da rispettare e non saranno i capitali cinesi a cancellarli tutti in un colpo. Tuttavia la possibilità di poterli ridiscutere e di godere di una solida posizione di cassa potrebbe nel giro di poco tempo capovolgere la situazione attuale.
Un fattore va inoltre riconosciuto: Inter e Milan rappresentano nel mercato asiatico un brand con un enorme potenziale commerciale, e da tale potenziale difficilmente potranno non scaturire conseguenze in termini di aumento di quotazione dei due club meneghini. Certo, quando si parla di Cina, un po’ per preconcetto, un po’ per valutazioni basate sull’esperienza, la diffidenza la fa da padrona, e non a tutte le frange del tifo milanese farebbe piacere vedere la propria squadra guidata dagli orientali. Fosse anche solo per il fatto che un cinese non può mai amare la propria squadra italiana, come hanno fatto e fanno ancora uomini come Moratti e Berlusconi, e viene quindi visto come un affarista.
Ma i residui romantici del pallone dovranno rassegnarsi al fatto che il calcio ormai è un business, e comunque chi con quella gente ha avuto a che fare in campo calcistico, come Lippi e Zaccheroni, giura che se i cinesi sono pronti a investire tanti soldi, lo fanno per un progetto serio e importante, non per perdere tempo e soldi.
La Milano del calcio si appresta a diventare cinese, questa è la realtà, è lo specchio del mondo che cambia anche per i nostalgici. D’altro canto basta rendersi conto del numero di stranieri nelle rose della serie A per capire che tutto è cambiato rispetto a qualche anno fa. I capitali, inutile negarlo, sono ormai la base fondamentale per il successo negli sport di squadra. E se questi cinesi sono davvero così ricchi e determinati, per Milan e Inter non si prospetta un dramma, ma si apre la porta per un futuro pari alla gloria di un illustre passato, a fronte delle ultime stagioni fatte quasi esclusivamente di sconfitte e delusioni.