Si muove con circospezione il Napoli sul mercato, lo fa con avvedutezza ed assecondando le esigenze del suo allenatore. Lo scorso anno in svariate circostanze Maurizio Sarri aveva manifestato l’esigenza di avere a disposizione qualcuno che facesse rifiatare Josè Maria Callejòn.
Dries Mertens non ha le caratteristiche dello spagnolo, non possiede la sua sapienza tattica, perché JC7 ha una dote particolarissima che sfocia nell’unicità: sa sacrificarsi come pochi. Tra gli esterni offensivi azzurri l’ala di Motrìl è l’unico che possiede la predisposizione al ripiegamento difensivo, sia in soccorso del terzino basso, sia accentrandosi ed aiutando in mediana, movimenti che consentono al Napoli di non trovarsi quasi mai in inferiorità numerica.
Per Maurizio Sarri lo spagnolo rappresenta un tesoro da custodire gelosamente, perché l’apporto in termini di rendimento e la sua unicità nell’interpretazione del ruolo ne fanno una pedina inamovibile.
In giro di ali provviste di tali connotati ce ne sono poche, anzi forse l’unico in grado di fare quel lavoro di sacrificio e sostanza dello spagnolo poteva essere Antonio Candreva. Ma un profilo come il laziale sarebbe stato obiettivamente un lusso troppo grande per un Napoli che ha appena rinnovato il contratto (fino al 2020) al suo titolarissimo del ruolo, Josè Callejòn appunto, investendo anche in termini economici su un calciatore la cui centralità nell’idea tattica dell’allenatore è fuori discussione. Una trattativa, quella ammessa dallo stesso Lotito, più simile ad uno specchietto per le allodole che ad una plausibile e concreta transazione (CLICCA QUI per leggere l’articolo completo).
Ed ecco che il DS Giuntoli può estrarre il coniglio dal cilindro: perché non pensare proprio alla rivelazione di questi Europei 2016, sponda Italia di Antonio Conte? Quell’ Emanuele Giaccherini che tanto bene ha fatto in Francia, punto di forza di una nazionale che ha stupito per quelle che erano le premesse della vigilia? Il tamburino di Bibbiena racchiude in sé doti ragguardevoli, quelle caratteristiche che tanto piacciono ad un allenatore di calcio: corsa, spirito di sacrificio, nessuna velleità di grandeur, tanto sudore e duttilità tattica da vendere.
Giaccherini è un esterno alto, almeno nasce così a Cesena, un’ala destra e sinistra in primis. La sua generosità ne ha fatto un calciatore polivalente, tanto che Antonio Conte nella sua Juventus lo promosse a suo soldatino di fiducia, impiegandolo in più ruoli, finanche mezzala in un centrocampo a tre, trequartista ed esterno del 3-5-2.
Il suo nerbo e la sua generosità lo rendono un elemento prezioso per qualsiasi allenatore, la sua predisposizione al sacrificio e la sua umiltà ne fanno un jolly che starebbe bene in qualsiasi rosa. Ecco perché, aldilà della suggestione Candreva, per il Napoli sarebbe un bel colpo, laddove fosse confermato il suo acquisto.
Le ricadute sarebbero tutte positive e potrebbero comportare una vera svolta tattica per l’allenatore, che in assenza di Callejòn ha sempre dovuto rimodellare il suo Napoli, perdendo spesso in copertura ed equilibrio. Sarri che potrebbe finalmente avere la pedina adatta a far rifiatare lo spagnolo, un tassello duttile e malleabile su cui lavorare, un’alternativa verosimile e credibile anche per la mediana, data l’appurata capacità del calciatore di ricoprire all’abbisogna anche il ruolo di mezzala. Il rapporto qualità-prezzo fa di Giaccherini un vero e proprio affare, dato che il calciatore (alto 1,68 per 60 kg di peso) va per i 31 anni ed il Sunderland, proprietario del cartellino lo cede per meno di 2 milioni di euro, vista la sua posizione contrattuale (va in scadenza nel 2017).
Giaccherini sarebbe un acquisto molto intelligente, da Napoli per costi e profilo e soprattutto se abbinato a quei calciatori che pure dovranno arrivare per rinforzare la mediana.
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