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Aurelio vs Pipita – Guerra Fredda tra il Napoli e Higuain

La partita tra Aurelio De Laurentiis e l’entourage di Gonzalo Higuain è nel clou della suo complicato intreccio e si dipana lentamente verso una risoluzione finale che ormai appare ineluttabile. Le esternazioni audaci del fratello procuratore Nicolas, registrate quasi un mese fa, almeno in prima battuta non hanno prodotto alcun tipo di reazione (ufficiale) nel massimo dirigente azzurro.

De Laurentiis è un imprenditore astuto, si avvale di uno stuolo di avvocati e commercialisti di primo livello, non fa e non dice mai niente per caso. Siamo sicuri che in questa pausa apparente di riflessione, nelle pieghe del suo silenzio, si sia attivato per capire come trovare il bandolo della matassa e poterne uscire da vincitore. E’ nel DNA del personaggio, del resto.

Le dichiarazioni a mezzo stampa del patron del Napoli, quella dell’altro giorno a margine dell’incontro in Lega e le altre rilasciate alla radio ufficiale del club, confermano che tra il Napoli ed Higuain è calato il gelo. Del resto il rude attacco frontale di Nicolas aveva sancito una rottura insanabile con la dirigenza azzurra, accusata di non aver mantenuto fede alle promesse di grandezza, colpevole di non voler investire, nella squadra e nelle strutture, quindi non all’altezza di un campione di caratura mondiale come Gonzalo Higuain.

I venti giorni e passa di silenzio, da parte della società, seguiti all’invettiva dell’entourage del Pipita, sembravano più che altro la reazione di chi, accusato il colpo, non sa come ribattere alle vere e proprie scudisciate provenienti da Oltreoceano. In realtà, il Napoli con il suo massimo esponente ha attutito il colpo, metabolizzato la posizione del procuratore di Gonzalo e pianificato quella che sarebbe stata la sua strategia di comunicazione da quel momento in poi.

De Laurentiis, forte di una impalcatura contrattuale fine, minuziosa e blindata nella sua sostanza, ha richiamato l’esistenza di una clausola risolutiva, il cui importo è ormai conosciuto anche a Timbuktu (94 milioni 736 mila euro) e l’esigibilità della stessa come premessa fondamentale per sancire la fine del rapporto contrattuale tra il Napoli ed il suo campione.

Ma non si è fermato lì. Il proprietario del Napoli ha inaugurato una vera e propria “guerra fredda” a mezzo stampa rilasciando tra le righe delle sue esternazioni, parole al vetriolo per il procuratore (“Noi non parliamo con l’agente, ma solo con il ragazzo”) ed autentiche bordate per il calciatore (“Vedremo se Gonzalo vorrà tradire l’amore che sembrava aver dichiarato a Napoli ed ai napoletani, noi lo aspettiamo in ritiro”).

Il presidente ha praticamente stanato il giocatore, lo ha argutamente invitato a prendere una posizione limpida, ad uscire allo scoperto. Se Higuain vuole andare alla Juventus dovrà dirlo e dichiararlo ai quattro venti, emergere dal suo silenzio con decisione, prendendosi le responsabilità del caso. 

Nel contempo Aurelio ha fatto sapere a mari e monti che lui non tratterà con la Juventus e che la Juventus non pagherà la clausola (posizione confermata a mezzo stampa dallo stesso Marotta). E che, se anche volesse e potesse farlo, il club bianconero è troppo elegante e saggio per elargire uno sgarbo del genere al Napoli ed al calcio italiano.

Traduzione. Ha ricordato ai dirimpettai bianconeri che esistono degli equilibri, anche politici, che c’è un mondo di diplomazia calcistica che va curato ed alimentato, in particolar modo se ci sono due società “amiche” in ballo. A breve ci saranno nuove elezioni, si discuteranno anche temi sensibili e focali per lo sviluppo futuro del calcio del Belpaese. Aurelio ha semplicemente ricordato ad Agnelli che lui è dalla stessa parte del fronte, per ora.

“La Juventus è troppo intelligente per fare un torto simile”. Altro messaggio subliminale, da leggere e decodificare tra le righe. Come a dire: “Ma davvero volete darci tutti questi soldi? E fatecelo questo torto, con 95 milioni potremmo anche rafforzarci noi…”

Non sappiamo se la Juventus farà il grande passo o meno, in particolar modo dopo la cessione ormai data per fatta Oltremanica di Pogba al Manchester United per una cifra monstre. Il fatto saliente è che il patron del Napoli ha delimitato i confini delle responsabilità di ogni attore in gioco in questa vicenda. Ha ricordato al calciatore dove gioca e per chi, lo ha invitato a prendersi le proprie responsabilità ed ha indicato alla Juve la strada del buonsenso e dell’amicizia tra club. Politicamente, il presidente del Napoli si è mosso in maniera impeccabile, come un vecchio giocatore di poker.

Prima del 25 ci saranno degli sviluppi, almeno questa è la sensazione che si respira a Dimaro. Se Higuain dovesse presentarsi in ritiro, sarà difficile poi che si possa concretizzare un trasferimento alla Juventus. E la Juventus stessa, ancorché forte dell’iniezione di denaro sonante per la prossima cessione di Pogba, non sembra voler pianificare un’operazione tanto costosa e dai contorni finanziari discutibili (ballano dai 170 ai 180 milioni di euro complessivi).

Esiste la terza via, eccome. Il Napoli potrebbe intavolare una trattativa con un club estero dalle capacità finanziarie illimitate come il PSG oppure il Chelsea, club di primo livello che incontrerebbero il gradimento del Pipita. A quel punto nessuno potrebbe imputare alcunché alla società: avrebbe tenuto duro sulla opzione Juve, cederebbe Higuain all’estero e per i soldi della clausola o giù di lì.

Al Napoli non conviene, ragionando in termini finanziari, tenere Gonzalo Higuain con il contratto che va a scadenza tra due anni e la possibilità per il calciatore di sfruttare l’Art. 17 a giugno prossimo, questo è ormai certo. E le possibilità di imbastire una trattativa di rinnovo che vada bene a tutti, ad oggi, restano basse. Basse, non nulle.

Ancora qualche giorno e ne sapremo di più, magari a cominciare dal giocatore che, ad ore, potrebbe finalmente uscire allo scoperto e mostrare al mondo il suo pensiero.

About author

Francesco Romano è laureato ed ha un master in comunicazione e marketing. Ama scrivere, lavora presso Mediaset.
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