Due anni esatti è durata l’avventura napoletana di Manolo Gabbiadini. Due anni vissuti tra alti e bassi, gol (non pochi, alcuni molto belli) e un discorso complesso riguardante il suo ruolo in campo. Da vice Higuaìn a vice Milik, i giorni di Manolo all’ombra del Vesuvio terminano mestamente, a scaldare la panchina guardando Mertens giocare al suo posto. Con Sarri il feeling non è mai sbocciato, De Laurentiis lo ha difeso, coccolato fino all’ultimo minuto, mentre i tifosi non gli hanno mai negato il sostegno, nemmeno nei suoi momenti più bui.
Eppure la cessione di Gabbiadini al Southampton può dirsi positiva, almeno per tre motivi. Innanzitutto quello economico. Due anni fa Manolo è stato pagato in tutto 12,5 milioni di Euro: considerando l’ammortamento (ricordiamo sempre che il Napoli adotta il criterio “accelerato”, che consente di svalutare contabilmente il cartellino più velocemente rispetto alle classiche quote costanti) e l’ingaggio risparmiato, il conto profitti e perdite del club azzurro ne beneficia non poco.
Nondimeno, c’è da considerare l’equilibrio dello spogliatoio diretto dal Maurizio Sarri. Con il rientro di Milik, il recupero della condizione da parte di Pavoletti e il jolly Mertens, finalmente il tecnico di Figline Valdarno ha a disposizione una batteria di attaccanti variegata, un gruppetto compatto e vicino alle sue idee di gioco. Semplicemente, ad oggi non esiste una gerarchia: spetterà al mister la decisione finale su chi mandare in campo, ma questa volta potrà farlo scegliendo fra tre attaccanti dalle caratteristiche diverse, ognuno in grado di impensierire in modo differente le difese avversarie.
Ultimo, ma non per importanza, è l’interesse del calciatore. I due anni a Napoli sono stati intensi, travagliati, il ragazzo ha spesso sofferto le inevitabili pressioni dell’ambiente. I Saints, senza pretese di classifica, sono l’ambiente perfetto per rilanciarsi. Il reparto offensivo della squadra guidata da Claude Puel conta uomini come Shaine Long, Jay Rodriguez e Charlie Austin: tutti e tre più anziani di qualche anno rispetto a Gabbiadini, nessuno dei tre superiore nel talento, con tutto il rispetto. Manolo in Inghilterra ha l’occasione di giocare con continuità e rilanciarsi. Da tifosi (anche) della Nazionale ce lo auguriamo di cuore, nel frattempo, come dicono nell’Hampshire: “break a leg!”