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Partenopeismi

La distanza di un amore

Diciamoci la verità. Siamo in una fase dell’anno dove o sei appassionato di mercato e segui anche la campagna acquisti del Pontedera (pare sia sul nostro portiere Contini) oppure sei cosí in astinenza che vai a vederti la compilation di gol del bomber Varricchio.

Noi de “Il Partenopeo.it” abbiamo l’obbligo morale di fornirvi qualcosa di interessante o quantomeno di provarci.

La domanda del giorno che l’emigrante sottoscritto si é posto é la seguente: vivere il Napoli all’estero comporta in linea di massima qualche cambiamento? La risposta é Sí.

Innanzitutto, seguire il Napoli a Dublino si puó e lo si fa con la stessa costanza con la quale si puó seguire in Italia (Fuorigrotta, Pianura o Vigevano).

Ero preoccupato.

Pensavo che la Serie A fosse stata messa ai margini dall’egemonia della Premier League. E invece no. Ci sono tanti pub che trasmettono le partite italiane. Ma non illudiamoci. Non si tratta di calcio italiano tornato in auge. É puro e semplice marketing. I pub ospitano i tantissimi tifosi italiani residenti nella verde Irlanda che a loro volta fondano club e creano affiliazione e quindi clientela costante. Volano pinte di Guinness e tutti sono felici. 

Il cambiamento, quindi, non riguarda la possibilitá o l’impossibilitá di seguire le vicende della squadra partenopea. 

Il veleno.

Quante volte abbiamo sentito dire dai giocatori italiani militanti in altri campionati: “Qui le pressioni sono minori. Si vive il calcio differentemente” e abbiamo storto il naso pensando che fossero i soliti luoghi comuni?

Ebbene sí, posso confermare che il tifoso napoletano all’estero, che sia Londra o Dublino, segue le vicende del calcio Napoli in maniera diversa complice un clima meno inquinato. Lontano anni luce dalle scorie italiche, dall’avvelenamento climatico che rende impossibile ogni forma di convivenza pacifica all’interno di diversi gruppi di tifosi.

Si vive con orgoglio la crescita costante di questo club che prima era conosciuto solo per Diego e che ora accoglie proseliti sparsi ovunque.

Si gonfia il petto nel vedere gruppi di irlandesi seguire il Napoli perché: “Gioca benissimo ed é un piacere vedervi all’opera”.

 Il dogma del “cosa hai vinto” ha una radicalizzazione meno forte per intenderci.

Il potere della commistione.

Siccome un uomo non é mai un’isola, cosí come l’italiano puó essere corroso dal clima di veleno e fango che ogni giorno spira selvaggio e fiero nel nostro Stivale, cosí noi siamo quasi purificati dal concetto di “sportivitá“  loro. Un sentimento che per i piú critici é menefreghismo, per altri puó essere semplicemente realismo. Il calcio resta uno sport e spesso e volentieri ce ne dimentichiamo.

Il tifoso irlandese vive l’evento con atteggiamento diverso. Vuole vincere ma vuole soprattutto divertirsi. E quando la partita finisce, lo scoramento della sconfitta dura 5 minuti al massimo. Il tempo di una pinta e una risata fragorosa.

Il Napoli di Sarri gioca bene a calcio? Perfetto. Vediamo le partite assieme ai nostri amici napoletani. Questo lo spirito.

Tanti appassionati sono venuti quest’anno e si mischiavano tra noi. Ed erano dei privilegiati. Noi soffrivamo. Loro si godevano lo spettacolo di una squadra che spesso e volentieri ha coniugato i concetti di Arte e Sport sino a fonderli. E quando pareggiavamo quelle partite con il Sassuolo che ti veniva voglia di spaccare sedie e tavoli dalla rabbia,  si meravigliavano della nostra reazione. “Avete giocato benissimo. Prossima volta farete meglio”. Parole che in quel preciso istante venivano accolte anche con leggero fastidio ma che poi, passata la bufera, restavano e portavano via piú velocemente l’amarezza. 

La diversitá di atteggiamento non equivale a minor amore/passione. Ogni domenica siamo almeno in 30 a vedere le partite. Stesso posto, stesso luogo, stesso Pub per dirla alla Max Pezzali. E quando ha segnato Insigne al Bernabeu abbiamo costretto il bouncer (buttafuori) a correre allarmato verso di noi pregandoci di non saltare piú. Stavamo mettendo in pericolo la balaustra del locale. Restiamo napoletani. Follemente innamorati. Non immaginateci con l’occhialino a disquisire di cose cavalleresche con un bicchiere di bourbon. A fine partita ci fermiamo e con enfasi commentiamo ogni azione e ognuno di noi la sa piú lunga di Sarri (of course).

Ma sappiamo benissimo che vincere é un desiderio piú che una ossessione. 

Ci prendiamo il buono che viene e ci godiamo questo Napoli che sta regalando a tutti noi tantissime soddisfazioni. E credetemi. Si vive mille volte meglio cosí.

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Emigrante d’Irlanda con Napoli nel cuore. Scrittore cronico. Amante di cinema e letteratura.
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