28 novembre 2016. 29 gennaio 2017.
Sono le date in cui il Calcio Napoli ha fatto parlare di sé per l’intero campionato di Serie A della passata stagione. Un Napoli scoppiettante, bello e vincente un po’ ovunque pareggia allo stadio San Paolo per 1-1 sia con il Sassuolo che con il Palermo, penultimo in classifica.
Maurizio Sarri è estasiato per il gioco espresso dai suoi uomini, anche se deluso dai risultati. L’ambiente la pensa diversamente: ingiustificabile, imperdonabile, inammissibile, sono solo alcune delle impietose critiche mosse alla squadra del tecnico di Figline.
Il polverone che si alzò all’epoca non ha mai abbandonato il cielo di Napoli, alla prima occasione, nonostante il Napoli abbia poi deliziato tutti, gli azzurri sono stati massacrati per aver perso per strada quei quattro punti.
A distanza di pochi mesi il Napoli è più grande, ma solo perché ha quasi un anno in più.
Il campionato 2017/2018 nelle prime giornate esprime una qualità di gioco peggiore di quella mostrata lungo l’esaltante stagione precedente: il Napoli vince a Verona ma non sciorina le sue qualità al massimo delle potenzialità. Con Atalanta e Bologna la storia si ripete, anzi, forse acuisce le impressioni non esaltanti. Il tabellino però parla un’altra lingua ed i tifosi a braccetto con la stampa sono soddisfatti: Napoli-Atalanta 3-1 e Bologna-Napoli 0-3 fanno godere sonni tranquilli. Il Napoli è a punteggio pieno in vetta alla classifica, al di là della (solita?) Juventus solo l’Inter regge il passo. La piazza non riesce più a frenare gli entusiasmi e nemmeno la moderazione imposta dalla scaramanzia: lo scudetto diventa sogno fattibile e pronunciabile.
Sotto le lenzuola, però, l’atmosfera non è delle migliori e Maurizio Sarri lo sa. Ancora una volta è l’unico a saperlo: il mondo che lo circonda lo ignora, è accecato ed estasiato dai tabellini sognanti. Il Napoli ha vinto le prime tre gare di campionato, ma fin quando gli avversari hanno dato il 101% dal punto di vista fisico non era riuscito nemmeno a sbloccarle. Anzi, era rimasto in gara grazie alle parate di Reina a cui nessuno più era abituato. Venendo meno la veemenza fisica degli avversari il Napoli ha fatto prevalere la grande qualità tecnica che ha consentito di rotondi risultati a proprio favore.
Non è dunque la sconfitta con lo Shakhtar che deve indurre a questo tipo di lettura, ma l’appena sufficiente qualità del gioco espresso in questo inizio di stagione.
Il Napoli ieri sera in Ucraina non è stato capace di velocizzare le sue trame tattiche ed ha commesso numerosi errori di misura. Ma le gare di Verona, Bologna e quella interna con l’Atalanta non hanno raccontato una storia diversa.
Sarri è dunque stato un uomo solo. Lo era quando provava fierezza dinanzi ad un Napoli bello, sprecone e criticato da tutti, lo è stato fino a ieri, vittima di preoccupazione nonostante la gioia di molti a seguito delle rotonde vittorie in campionato.
La sconfitta in Ucraina ha certificato a tutti un momento non brillante dal punto di vista del gioco ed ha riportato tutti sulla Terra. Tocca a Sarri trovare gli accorgimenti giusti. Ma almeno, non sarà più solo.