Secondo il saggista Louis Menard l’ansia è “il cartellino del prezzo della libertà umana”. E il tifoso napoletano non è libero, non lo è più da tempo, da quando rincorre affannosamente vittorie che sino ad oggi non le sono state congeniali.
L’ansia da scudetto sta rovinando uno dei momenti più belli della storia della S.S.C. Napoli. Si continua a pensare al domani, alla classifica dinanzi alla quale ci si troverà al termine di questa stagione, al paragone con l’avversaria numero uno: la Juventus.
Già questo dovrebbe inorgoglirci.
E invece passa sottobanco come una cosa normale, consueta. Basterebbe mettere in campo un pò di memoria storica per accorgersi che non abbiamo quasi mai combattuto per il vertice della classifica.
Perchè dunque essere schiavi di se stessi? Perchè implodere nella preoccupazione di un futuro che potrebbe non concretizzarsi in sogno?
Il sogno va coltivato, auspicato, goduto, ma non deve assolutamente divenire un’ossessione che oscura o addirittura annienta la possibilità di godere di un presente straordinario.
In questo momento storico è davvero inaccettabile muovere critiche ad ogni scelta di Maurizio Sarri, ad ogni giocata sbagliata, ad ogni gol subìto. La lamentela si insinua tra i tifosi come la polvere in ogni angolo.
Una chicca per chi ama il Fantacalcio: A Christian Maggio è stato assegnato un bel 4.5. D’ufficio, preventivo, di default. Ovviamente prima che cominciasse la gara. E’ bastato leggere il suo nome tra gli undici titolari per assegnarlo. Ciò che poi è successo in campo davvero non ha avuto nessuna importanza. Maggio andava criticato a prescindere. La scelta di schierarlo in campo, anche.
Stesso destino per Pepe Reina, massacrato a seguito del gol subìto ieri sera e già spogliato dell’abito talare che aveva indossato a Bologna.
Sia chiaro: non stiamo difendendo le mancanze della Società in sede di mercato. Persistono l‘assenza di una vera alternativa ad Hysaj, e la discutibile gestione del parco portieri.
Stiamo provando ad esprimere un concetto assai più banale ma paradossalmente difficilmente attuabile: dinanzi a cotanta bellezza, ad una goduria che inebria i nostri sensi tutte le sacrosante domeniche, qualche neo presente sulla pelle di questa fantastica creatura lo si può anche accettare.
Il Napoli ieri ha sofferto un’ottima Lazio, è andato sotto ma ha saputo mantenere la calma delle grandi squadre. Ha accusato il colpo, si è rimboccata le maniche, ha reagito e stravinto.
Le scene festanti di fine gara dei calciatori azzurri sono state le ennesime, le ultime di filotti ormai interminabili, un numero così cospicuo da indurre noi a criticare in maniera aspra e diretta tutti coloro che a questo Napoli dedicano altro al di fuori di un interminabile applauso.
Il Napoli sta viaggiando spedito, quasi inconsapevole, verso un sogno più vicino che mai. La spinta compatta di tutto l’ambiente ed una bella gettata d’acqua gelata su tutte le ingiustificate critiche mosse a questi ragazzi alla prima occasione, renderebbero certamente il percorso più agevole.