Poco più di 80 giorni di esposizione e circa 32 mila visitatori: sono i numeri della mostra “Il Napoli nel mito“, ospitata dal 22 dicembre fino a domenica 11 marzo nella Sala del Cielo Stellato del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Cimeli, trofei, aneddoti e filmati inediti su oltre 100 anni di storia del calcio a Napoli: una felice intuizione del Direttore Marketing della SSC Napoli Alessandro Formisano, coadiuvato nell’allestimento dei cimeli storici dall’associazione “Momenti Azzurri” presieduta da Dino Alinei e che per questa mostra-museo si è avvalsa della consulenza di Chrystian Calvelli, Presidente della Federazione Italiana Storici e Statistici del Calcio. “Il Museo del Napoli parte da lontano, è frutto di oltre sei anni di lavoro. Ricerca materiale, catalogazione, studio di ogni singolo oggetto con la creazione di un vero e proprio archivio e database – spiega Calvelli – Campionati, Coppe nazionali, Coppe internazionali, campionati e tornei giovanili, amichevoli e tornei vari, storia di ogni singolo calciatore anche delle giovanili. E’ un lavoro che non avrà mai fine per regalare ai tifosi del Napoli e agli amanti del calcio in genere tutto ciò che riguarda la storia della prima squadra cittadina sin dall’epoca dei pionieri ed antenati della SSC Napoli attuale”.
Ben 7 le aree tematiche allestite corredate da cimeli e video, dalle origini ai giorni d’oggi: un patrimonio inestimabile ma non svelato ancora del tutto: “In archivio Momenti Azzurri ha numerosi oggetti – aggiunge Calvelli – e l’attuale Mostra ha visto al suo interno solo il 15% del patrimonio storico che si possiede. Tremila maglie indossate, un archivio fotografico impressionate, giornali e riviste di qualsiasi periodo”.
Tante le curiosità che vengono alla luce, in primis quella sull’avvento del calcio nel capoluogo campano: “Gli statuti di Naples ed Internazionale Napoli in cui sono riportati al loro interno la data di nascita precisa dei club in questione (1906, ben 20 anni prima della nascita dell’A.C. Napoli di Ascarelli)”.
Dati che fanno emergere due primati speciali per il Napoli che vanno in controtendenza rispetto ad oggi: nel 1930 è stata la prima società italiana a dotarsi di uno stadio di proprietà di 40 mila posti, il “Vesuvio” situato nei pressi della Stazione Centrale e distrutto poi dai bombardamenti alleati nel 1944. Il 25 giugno 1964 è un’altra data da ricordare con la nascita della prima società per azioni nel panorama calcistico italiano, grazie ad una arguta mossa dell’allora presidente Roberto Fiore.
Ma tanti altri sono gli oggetti ed i cimeli di valore storico altissimo che si sono potuti ammirare in questi mesi al MANN: “Il ventaglio che fungeva da decalogo del tifoso degli anni 30, il biglietto della sfida tra il Napoli ed il Grande Torino, il manifesto in cirillico della sfida di Coppa Uefa disputata in Georgia contro la Dinamo Tblisi ed il dipinto originale del maestro Bertè che poi venne usato sugli abbonamenti della stagione 1977/78, tutti in perfetto stato di conservazione“.
Ma c’è spazio anche per qualche ricordo più recente: “La borsa degli attrezzi di Carmando che ci ha gentilmente concesso per la mostra – rivela Calvelli – La cosa però che impressiona è che ora molte persone ci contattano per comunicarci che hanno oggetti che potrebbero servire allo scopo: uno su tutti l’abbonamento numero 1 della stagione 1926/1927″.
Un lavoraccio di allestimento e catalogazione che però ha portato i suoi frutti: “Il consenso che si sta avendo è soprattutto per il lavoro di squadra di tutti – conclude Calvelli – soprattutto se si pensa che si è realizzato in tempi record: tre mesi di duro lavoro senza riposo”.
Un primo passo che potrebbe fare da apripista al ben più ambizioso progetto del Museo permanente sulla storia azzurra, da ospitare (chissà) nel futuro stadio di proprietà.