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Cristiano Ronaldo alla Juventus: una questione economica

Cristiano Ronaldo che passa dal Real Madrid alla Juventus viene salutato come il colpo del secolo, l’affare che consentirà ai bianconeri di lottare seriamente per la vittoria della Champions League, perfino una manna per l’intera serie A e il calcio italiano in generale. A ben vedere l’affare CR7 è tutto questo, ma anche qualcos’altro.

Sotto il punto di vista sportivo, è innegabile che sia i piemontesi che i blancos di Madrid  siano tra le squadre più dominanti tra le mura nazionali. Altrettanto innegabile è che il palmares internazionale che può sfoggiare la Casa Blanca è nettamente superiore a quello del Museum di Torino. Solo negli ultimi tempi, come noto, il club di Florentino Perez si è aggiudicato tre Champions League consecutive, soprattutto grazie all’asso portoghese, più di quante ne abbia vinte la Juve in tutta la sua storia. E’ facile pensare all’acquisto di Cristiano Ronaldo come strumento per tentare di fare il passo decisivo verso il trionfo europeo.

Ma c’è dell’altro dalle parti di via Galileo Ferraris, un ingrediente segreto e immateriale che si serve dei buoni uffici (e dei tanti soldi) del Gruppo FCA, il quale pagherà gran parte dello stipendio dell’attaccante allo scopo di affiancare il suo volto alla gamma di automobili commercializzate dalla famiglia Agnelli. Quell’ingrediente segreto si chiama marchio Juve, ed è una cosa che non ha valore se non attraverso le campagne di marketing incentrate su di esso.

L’operazione è partita giusto un anno fa, sostituendo il vecchio logo con uno nuovo, più moderno ed evocativo. Esso è associato alla continuità aziendale e di squadra, ancora vincente e protagonista in Champions anche nell’annata appena trascorsa, eliminata ai quarti proprio dal Real Madrid. Il brand management juventino passa quindi all’analisi dei dati, confrontando il loro conto economico con quello della squadra più riconosciuta e amata al mondo, ossia lo stesso Real (importi in migliaia di Euro):

Ebbene, si scopre che la lotta è impari nei ricavi da stadio a favore degli spagnoli, ma è ovvio data la differenza di capienza che c’è tra il Bernabeu e l’Allianz Stadium. Nei ricavi TV la Juve straccia il Real Madrid, dato che si spiega in gran parte con la divisione interna degli introiti televisivi. I due importi dove si registra una differenza “sanabile” sono i ricavi commerciali e gli altri ricavi, voce quest’ultima che comprende gli introiti da amichevoli internazionali e di altre iniziative commerciali legate al marchio.

Il marchio, dunque. E’ lì che la Juve deve (e può) operare al fine di competere in termini di fatturato con la più grande società al mondo (importi in migliaia di Euro):

Detto ciò, è ovvio anche che ogni medaglia abbia il suo rovescio. La Juve in questi anni è rimasta competitiva in Europa pur pagando un gap enorme in termini di monte ingaggi (importi in migliaia di Euro):

Sotto questo aspetto, Andrea Agnelli pare aver fatto un colpo da maestro perché il costo per il personale a libro paga della Juve resterà pressochè immutato.

Dalle prime notizie che trapelano, pare infatti che le prestazioni per i diritti sportivi del calciatore verranno pagate intorno agli otto milioni netti annui, più o meno quel che percepisce Higuaìn, che partendo in direzione Chelsea libererebbe questo pensante slot. Al restante penserebbe il gruppo FCA, che attraverso campagne pubblicitarie ad hoc garantirebbe i 30 milioni complessivi al calciatore.

La parola a questo punto passa al campo, unico giudice del calciomercato. Per il momento, è chiaro ed evidente che l’acquisto di CR7 è di matrice economica.

About author

Paolo Esposito è laureato in Economia Aziendale. Per lavoro si occupa di tax auditing con particolare attenzione al transfer pricing, al financial accounting e alle business restructuring. Tuttavia crede che di calcio sia meglio parlare in napoletano.
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