A distanza di un anno dalla “apocalittica” serata di San Siro che sancì l’esclusione azzurra dalla fase finale dei Mondiali dopo ben 60 anni di partecipazioni ininterrotte, l’Italia del ct Mancini nello stesso stadio si è ritrovata a sbattere con un nuovo risultato ad occhiali che ha vanificato le residue chance di qualificazione alla Final Four della prima edizione di Nations League.
La sfida contro il Portogallo ha segnato però anche l’esordio da Presidente federale di Gabriele Gravina, chiamato a risanare le sorti di un mondo seguitissimo quanto complesso come quello del calcio di casa nostra, soprattutto dopo gli ultimi mesi tribolati tra tribunali e ricorsi.
Il nuovo corso debutta per certi aspetti nel segno della continuità almeno per quanto riguarda la figura del vice presidente vicario, con la riconferma di Cosimo Sibilia: da ago della bilancia nel corso dell’ultimo anno tra post Tavecchio e gestione commissariale, a figura centrale del prossimo biennio di governo.
Due infatti le mosse principali che rendono il senatore irpino come l’uomo forte del governo Gravina: in primis la presidenza di “Federcalcio Srl” (cassaforte federale da oltre cento milioni di euro di liquidità) ma soprattutto la delega alla giustizia sportiva ed alla riforma dei campionati, cavallo di battaglia di qualsiasi Presidente federale.
Sarà questo infatti il vero banco di prova che attende l’attuale Consiglio Federale in questi due anni circa che mancano alla fine del quadriennio olimpico e della prossima tornata elettorale che andrà ad eleggere oltre che il nuovo Presidente della FIGC anche quello del CONI: due istituzioni finite da subito nel mirino del Sottosegretario allo Sport Giorgetti, che ha dimostrato di non voler vivere da semplice spettatore il suo mandato di governo soprattutto in ambito sportivo.
Importante sarà anche il contributo che dovranno offrire le varie componenti, dalla Lega Serie A a quella Dilettanti, tutte chiamate ad uno sforzo in termini di idee in ottica di sostenibilità di uno sport che vede ogni estate fallire decine di società professionistiche con spiacevoli quanto annose code burocratiche presso i vari gradi della giustizia sportiva ed amministrativa nazionale.
Curioso infine un dato statistico: dal Presidente Gravina ai due vice Sibilia e Miccichè (numero uno della Lega Serie A), la FIGC si ritrova al suo vertice tre uomini del Sud: che sia di buon auspicio per il rilancio del Meridione che vede il solo Napoli (città dalla quale è bene ricordare che la Nazionale manca da ben 5 anni) in massima serie?
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