Da napoletani e tifosi del Napoli, nel corso della nostra storia calcistica, abbiamo gioito per la conquista della salvezza, abbiamo avuto il cuore pieno di gioia per l’iscrizione a uno dei campionati meno blasonati del panorama calcistico, quello di serie C1.
Tra il Napoli e la Juventus capolista in serie A non vi erano tredici punti di differenza ma una cinquantina di squadre distribuite su due campionati.
Eppure eravamo felici.
Si, lo eravamo. Perché quando si vede la morte con gli occhi e si torna in vita, l’iride torna a brillare, ci si sente prelevati dalle tenebre dell’anonimato e ricatapultati tra le anime che respirano ancora.
Inevitabile essere felici. Anche se si tratta – poi – di assistere a Napoli-Cittadella e di affidare ad un arciere sconosciuto di nome Varricchio il sogno di assistere a tante reti violate.
Eravamo raggianti. Adesso non lo siamo più.Eppure, tutto sembra incredibile, guardiamo la classifica e non possiamo che sgranare gli occhi dinanzi a paradosso così ciclopico.
Ma, stavolta, non getteremo la croce addosso ai tifosi, rei di essersi sfastriati del superchio. Non è colpa dei tifosi se non hanno più stimoli. Non averli, in senso lato, non è mai una colpa.
Non vogliamo fare una analisi antropologica ma una cosa va detta, senza giri di parole: il tifoso napoletano deve tornare ad averne.
Allora chiediamoci cosa si possa fare per tornare in possesso di quello che è il sale della vita:
il sogno sarebbe tornare a vincere.E’ possibile? In campionato no. In Europa? Non è da escludere, ma è difficile. E, allora, cosa resta per evitare si finisca negli abissi della depressione?
Si potrebbe tornare a perdere.
Inanellare sconfitte, farsi recuperare dagli inseguitori, perdere posizioni in classifica. E se il processo lo si volesse compiere in tutto il suo splendore si potrebbe precipitare così tanto al punto da non riuscire nemmeno a qualificarsi in Champions League.
State pensando sia una follia?Sicuramente alimenterebbe il malumore, quello vero. Ma poi? Cosa accadrebbe in seguito?
Non ci vuole la palla di vetro per venire a capo della risposta: tornare ad essere quello che siamo basterebbe per farci tornare a sognare.
Eh si, perché questa piazza ha sempre fritto il pesce con l’acqua, lo dice la sua storia, è nel suo DNA, ma ultimamente in ambito calcistico si è imborghesita.
Non ci resta che abbandonarci al tracollo.
“Il tuo unico dovere è salvare i tuoi sogni” [Amedeo Modigliani]