Anche quest’anno sono arrivate puntualmente a fine stagione le frecciate presidenziali: se 12 mesi fa l’obiettivo era Maurizio Sarri, questa volta le ire delaurentisiane si sono abbattute sulla Juve ed il suo presidente Andrea Agnelli.
A parte il riferimento palesemente fuori tempo massimo sull’epilogo della passata stagione e la notte buia di San Siro, appare sempre più evidente un deciso cambio di strategia di Aurelio De Laurentiis in ottica politico-calcistica.
Forse, spaventato dal rischio di non poter prendere parte alla futura Superlega europea, il Presidente azzurro non ha perso tempo per riagganciarsi al treno delle principali leghe europee, sganciandosi di fatto dall’ECA (l’associazione dei top club europei che spinge per la riforma della Champions League) nonostante il ruolo di responsabile marketing ottenuto proprio grazie ai buoni uffici di Agnelli.
Ma questo repentino cambio di passo non ha colto di sorpresa Lotito e Cairo, tra i principali esponenti del “fronte italiano del no” e della salvaguardia dei campionati nazionali a discapito di una Champions League formato Eurolega (anche se alla fine nel mondo del basket il braccio di ferro tra i club e la Federazione Europea ha portato ad una scissione con conseguente raddoppio delle competizioni continentali).
Il numero uno laziale, in particolare, non le ha mandate a dire (soprattutto sui compensi ricevuti quale componente del Cda in questi anni) al suo omologo partenopeo nel corso di un convegno tenutosi qualche settimana fa alla presenza dei massimi esponenti del calcio di casa nostra: risultato? De Laurentiis ha continuato ad inveire contro la piazza napoletana, acuendo maggiormente il distacco con gran parte della tifoseria e denotando soprattutto una confusionaria strategia politica che ci si augura non abbia riflessi in campo agonistico.
Sebbene infatti rappresenti da diversi anni la seconda forza del calcio italiano, De Laurentiis non siede nè in Consiglio di Lega nè in quello Federale; a 70 anni appena compiuti e con la quindicesima stagione nel mondo del calcio appena archiviata, c’è da chiedersi cosa voglia fare realmente da il numero uno della Società Sportiva Calcio Napoli: picconatore e riformatore costante oppure camaleontico trasformista ?