Si è presentato in ritiro pre-campionato con una evidente capigliatura bionda e la timidezza di chi è consapevole di essere al cospetto di un palcoscenico importante.
Classe 2000, per Gianluca Gaetano si sono aperte le porte del paradiso. Ma sia chiaro, il misticismo non c’entra nulla, non vi è nulla di miracoloso in quello che vi stiamo per raccontare: Gianluca Gaetano si è guadagnato tutto quello che ha ottenuto sino ad oggi.
La giovane promessa arriva al Napoli nella stagione 2015/2016 e, nei tre anni vissuti in maglia azzurra è stato in grado di mettere a segno 70 gol e sfornare 24 assist in 117 presenze. Numeri incredibili per un classe 2000 che ha sempre palesato una marcia in più rispetto ai pari età.
Ad appena 17 anni aveva già stregato tutti e suscitato grande interesse in molti addetti ai lavori, ma sono state soprattutto le prestazioni sciorinate durante la passata stagione ad averlo letteralmente consacrato come punta di diamante del vivaio napoletano.
Classe, eleganza e personalità sono emerse in maniera inequivocabile, nonostante la sua squadra di appartenenza non avesse brillato nell’arco del campionato.
Metamorfosi ancelottiana
I termini fantasia e trequartista, spesso, nel calcio, vanno a braccetto. E anche per Gianluca è stato così. La grande tecnica individuale e la pregiata capacità di palleggio lo hanno indirizzato verso la trequarti-campo laddove ha potuto far male all’avversario in maniera letale. Gianluca ha fatto suo quel ruolo, svariando, comunque, su tutto il fronte offensivo. Insomma, il ragazzo nel suo percorso giovanile ha messo in luce il talento e l’estro di chi sa giocare indistintamente sia come trequartista che nel ruolo di punta.
Al termine della passata stagione in Napoli, da sempre grande estimatore del ragazzo, ha seriamente valutato la possibilità di far rientrare Gianluca Gaetano in prima squadra. E così è stato.
Il terreno di gioco di Carciato è stato per tanti calciatori azzurri percorso transitorio, veicolo per altre mete, Gianluca Gaetano, invece, è ancora qui, a sudare sotto gli occhi attenti di un Carlo Ancelotti che è sempre più convinto di tenerselo con sé.
Luglio 2019 – dunque – ha rappresentato per lui l’anno della svolta.
Carlo Ancelotti gli ha parlato, lo ha gratificato, gli aperto scenari nuovi ma intriganti: “Gianluca metti le tue grandi qualità tecniche al servizio del centrocampo” – gli ha detto.
Una prospettiva interessante che ha esaltato Gianluca ma gli ha anche donato quella piccola dose di timore, inevitabile, comprensibile, per un ragazzo così giovane.
E così, in tutti gli allenamenti osservati, Gaetano è stato utilizzato nella batteria dei centrocampisti, calato in un ruolo tutto nuovo.
Gianluca Gaetano si è districato in maniera eccellente. E’ stato un piacere immenso non constatare un’abissale differenza con i più blasonati compagni di squadra.
Un innamorato razionale
Le qualità tecniche sono davvero di alto livello. Gioca prevalentemente con il piede destro ma non lesina l’utilizzo del sinistro. Le giocate sono quasi sempre precise e rapide, ci ha deliziato con dei dribbling eseguiti in spazi strettissimi che hanno spinto il sempre numeroso pubblico presente sugli spalti a scroscianti applausi.
Pur essendo un talentuoso non è innamorato del pallone, gioca spesso di prima, a testa alta, sempre consapevole della posizione occupata dai compagni di squadra. Qualità – quest’ultima – di straordinaria importanza per un calciatore destinato ad esprimersi nel cuore del gioco.
Quando poi le circostanze di gioco gli aprono le porte del passato Gianluca va a nozze: vedere la porta è per lui un ritorno alle origini, è quel tuffo in un pregresso noto e gratificante che gli consente, oggi, di andare alla conclusione consapevole delle sue qualità.
Un’inibizione naturale
In cosa può e deve migliorare il talento di Cimitile? Sicuramente nella continuità di gioco. I ritmi di un centrocampista non sono quelli di un trequartista, Gianluca deve abituarsi ad essere costantemente nel vivo della manovra e a non concedersi quelle pause tipiche di chi è destinato prevalentemente a far male gli avversari piuttosto che imbastire il gioco.
Ci piacerebbe vederlo in futuro anche più smaliziato, più aggressivo, più dirompente e padrone dei propri mezzi.
Ma siamo certi che questo verrà, ad un ragazzo così giovane, catapultato in un contesto così importante, davvero non si poteva chiedere di più.
Vai, ragazzo. Il futuro è tutto tuo.
Ti abbiamo esaltato per le qualità che ci hai mostrato e pungolato laddove pensiamo che tu possa e debba migliorare ma, forse, quelli che devono studiare davvero siamo noi: abbiamo parlato di futuro roseo per te senza renderci conto che si è trattato di una proiezione errata: il tuo sogno non necessita di essere proiettato nel tempo, è già realtà.