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Verona – Napoli e le sorprese, quelle belle

Riuscire a vedere finalmente questo campionato riprendere, diciamolo pure, è qualcosa di meravigliosamente surreale.

Mascherine, stadi vuoti, le uniche voci che si distinguono chiaramente sono quelle degli allenatori a bordo campo e dei giocatori in campo, in perfetto stile partitella del giovedì tra scapoli e ammogliati.

Ripartire da Verona per il Napoli fresco di 180 minuti e poco più in Coppa Italia (con la Coppa Italia poi tra le mani), non è certo impresa facile, tanto più che il Verona è quel che si dice una squadra cazzuta con un allenatore cazzuto e con dei giocatori di tutto rispetto e dalle grandi prospettive (se pensiamo che uno di questi, Rahmani, presto sarà alla corte di De Laurentiis).

Con il ritorno del fido Ospina tra i pali, Gattuso lancia di nuovo dal primo minuto Politano, segno evidente che forse ci sarà un definitivo avvicendamento in quel ruolo.

Milik in attacco, fresco anche lui di rigore decisivo nella finale di coppa.

Le prime battute sono di un lento andare tendente al noioso, a cui segue la già citata atmosfera surreale di un Bentegodi che non è mai stato benevolo con i partenopei (cioè, ma ci voleva addirittura un’infame pandemia?).

Poche emozioni, qualche guizzo, un’occasionissima sciupata da Valerio Verre che manda oltre la traversa un pallone che, se indirizzato meglio, avrebbe significato vantaggio sicuro.

Il fatto che Ospina si sia distinto in qualche parata di troppo, dà la dimensione del Verona, propenso tutto in avanti (magistrale la parata in tuffo sul tiro di Di Carmine).

Prima ancora, Insigne, colto però in fuorigioco, aveva tentato di andare in rete, con l’unica occasione fino a quel momento per gli azzurri, in tenuta verde a questo giro.

La propensione ad avere una trazione anteriore del Verona non paga, ahimè per loro, ai fini del risultato poiché è il Napoli ad andare in vantaggio al minuto 38’ proprio con Milik, che sugli sviluppi di un corner, svetta di capoccia ed insacca alla spalle dell’incolpevole Silvestri.

Con ben sei minuti da recuperare, complice la pausa ristoratrice, il primo tempo finisce con un vantaggio senza dubbio da gestire e magari ampliare, con una percentuale di possesso palla che sorride ai partenopei.

Secondo tempo che inizia subito a tambur battente con Allan che prova a concludere in rete dopo un rimbalzo ma che trova le mani sicure di Silvestri a guardia della porta.

Il Verona ci prova non poco e arriva al pareggio con Faraoni al minuto 61’ ma Pasqua annulla dopo la verifica al VAR di un precedente fallo di mano di Zaccagni.

Probabilmente è con i cambi di Gattuso che il fattore sorpresa esplode in tutta la sua forza. Fabian Ruiz per Allan, il redivivo Ghoulam per Hysaj, Lobotka per Demme e soprattutto Lozano per Politano (assonanza pensiamo del tutto involontaria). Ruiz forse prevedibile come cambio, come pure Lobotka ma rivedere Ghoulam e Lozano in campo è senza dubbio emozionalmente rilevante come cosa. I cambi più da registrare tra le fila gialloblu sono quelli di Di Carmine con Pazzini e Amrabat con Stepinski.

C’è spazio anche per Mertens, che subentra a Milik e le occasioni iniziano a diventare maggiori da entrambe le parti, con Insigne che tenta il celebre tiro a giro che va oltre la traversa e un rigore reclamato dai veronesi dopo una caduta in area di Pazzini.

Le sorprese del Napoli non si fermano alle sostituzioni ma proprio uno dei protagonisti di esse fa la differenza. Lozano di testa in area piccola, insacca per il suo glorioso ritorno in campo e “rischia” appena qualche minuto dopo di realizzare la sua personale doppietta.

Finisce 0-2, con un Napoli lanciatissimo sebbene non costantemente brillante, col dubbio, giusto per strappare una risata, che “Vuoi vedere che magari i problemi del Napoli erano i tifosi?”.

Una certezza svetta su tutte, più delle testate in porta di Milik e Lozano: Gattuso a questa squadra “parla”. Gattuso da questi giocatori “si fa capire”. E’ questo che traspare da ciò che stiamo vedendo dalla ripresa della stagione, è quello che stavamo ipotizzando prima che il mondo si fermasse e con esso il calcio. Gattuso, da ostinato comunicatore coriaceo e concreto, pare stia affondando le zampe da eterno Ringhio in ognuno di questi ragazzi, imprimendo un segno che speriamo possa restare a lungo sulla loro pelle.

About author

Maestra di scuola primaria e giornalista pubblicista dal 2017 col pallino del pallone.
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