Le mazzate del COVID si sono sentite dovunque e un campionario così fornito di negatività non si vedeva dal dopoguerra.
Naturalmente nulla è stato risparmiato dalla furia pandemica. Come avrebbe potuto restare indenne il mondo del calcio e il suo indotto faraonico?
Uno stop di tre mesi e più non ha certo fatto bene al carrozzone delle società di calcio e la ripresa delle ostilità è stata lenta, a tratti surreale, diciamo pure noiosa e forse scontata. Unico guizzo emozionale in territorio italico, la conquista da parte del Napoli della Coppa Italia ai danni della Juventus.
Per il resto, poche storie, poche emozioni e tanti sguardi proiettati al futuro. Un futuro fatto prettamente del solito sconvolgente, coinvolgente e puntuale come uno Swatch calciomercato in versione estiva.
Solo che a sto giro non è stato proprio estivo, ma se vogliamo, nemmeno sconvolgente, coinvolgente e puntuale.
Iniziato il 1 settembre, in sordina, tra mille restrizioni, con i paletti imposti dall’inevitabile crisi causata dal lungo stop, questa sessione di calciomercato, chiusasi lunedì 5 ottobre, non ha regalato particolari emozioni ma solo qualche spunto di riflessione.
Pochi colpi grossi, prezzi ribassati, giocatori rimasti come si suol dire, sul groppone a molte società, una folta lista di svincolati.
Non più calciomercato stupefacente ma qualcosa a metà tra i mercati generali e la fiera settimanale dell’anonimo paese di provincia. Sembrano lontani i tempi in cui si facevano offerte faraoniche che tenevano col fiato sospeso gli addetti ai lavori, i giornalisti, i tifosi delle parti interessate e gli appassionati del genere.
Il Napoli però pare almeno in parte essere andato lievemente controcorrente. L’arrivo dei già acquistati Petagna e Rrahmani, l’acquisto di Victor Osimhen, l’ottenimento in prestito dal Chelsea di Tiémoué Bakayoko, nonché il ritrovato vigore in campo del mega acquisto della scorsa stagione, Hirving Lozano, appaiono come una piacevole anomalia.
Al netto di qualche colpo messo a segno da altre squadre notoriamente posizionate quasi stabilmente ai piani alti della classifica, la società partenopea ha trattenuto Kalidou Koulibaly, con molta probabilità il giocatore più desiderato d’Europa, ma non è riuscita a piazzare Arek Milik, dopo una telenovela infinita nella quale si sono avvicendate svariate società.
Questione certo importante quella del polacco, ma che quasi certamente potrebbe essere risolta già a gennaio 2021, a parametro zero.
In buona sostanza, sembra quasi che il mondo del calcio si sia dovuto equiparare ai negozi di abbigliamento che danno il via alle danze dei saldi di fine stagione, con l’unica differenza che, in questo assurdo 2020, i saldi il mondo del pallone li ha visti ad inizio stagione.
Chissà se questo imposto cambio di rotta possa essere visto come un nuovo modo di vivere in futuro le sessioni del calciomercato.
Qualcosa che somigli anche solo da lontano ad una normalità in termini di affari che non abbia tratti di fantascienza monetaria.
Bello immaginarlo, possibile, forse, vederlo concretizzarsi.