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Napoli tenton tentoni

Così, a bruciapelo: c’è una scadenza naturale o appositamente prestabilita secondo cui questo Napoli dovrà proseguire il cammino in Europa League con queste modalità?

Al giro di boa della fase a gironi, gli azzurri sono a due vittorie e una sconfitta, quella dell’esordio.

Al netto dell’attuale piazzamento in classifica e parafrasando Renato Zero, trovare una collocazione a questo Napoli non è impresa semplice.

La formazione schierata da Gattuso contro i croati del Rijeka ha mostrato un certo non so che di disneyano, specie a centrocampo, col duo Lobotka – Demme, decisamente due campioni del mondo di estro e fantasia.

Senza Osimhen squalificato, titolare il mastodontico Petagna.

Difficili da commentare i primi quindici minuti dell’incontro, o forse no, non troppo, visto che dopo un approccio chiaramente non idoneo all’occasione (lungi avere il seppur vago sospetto di una presuntuosa sottovalutazione dell’avversario), i croati passano in vantaggio, annichilendo di fatto l’undici partenopeo.

Rijeka attivo, veloce, con quel giocatore dal nome che fa un po’ ridere, Menalo, che sta praticamente ovunque.

Rijeka che crea occasioni contro un Napoli che persevera nell’interpretare male la partita, a non macinare metri e metri di campo, a non divorare il campo per affermare supremazia tecnico/tattica ed essere concreti e risolutivi.

Insomma, una mezz’ora così che non preannuncia nulla di buono.

Ma si sa, a volte certe partite al limite dell’obbrobrio si rimettono in piedi con qualche azione fortuita, non necessariamente frutto di fini marchingegni da strateghi del campo da gioco.

E allora, terzetto di passaggi di palla Elmas – Mertens – Demme e rete. Pareggio rinvigorente.

Napoli’s Dries Mertens, left, celebrates after Napoli’s Diego Demme, right, scored his side’s opening goal during the Europa League Group F soccer match between Rijeka and Napoli at the Rujevica stadium in Rijeka, Croatia, Thursday, Nov. 5, 2020. (AP Photo/Darko Bandic)

Il secondo tempo è, in parte, un’altra storia, però.

Il Napoli mostra lumicini di lucidità, è meno distratto, più presente a se stesso. Non senza tentennamenti, crea qualche occasione, Gattuso butta nella mischia Insigne, neo giovin canuto, levando Lobotka purtroppo in costante versione “Io non c’ero e se c’ero dormivo”.

Il gol arriva, e come sopra, frutto di azione fortuita, o meglio, di un piede fortuito, quello di Braut, che infila, sfortunatamente per lui, la palla nella propria rete per il 1 -2 per gli azzurri.

Gli ultimi minuti sono un di un Napoli che, in extremis, cerca di imporsi non tanto per il risultato ma quantomeno per dare un segnale di vitalità.

Al triplice fischio dell’arbitro, la squadra di Gattuso si ritrova con la partita vinta, decisamente una buona soddisfazione a voler solo guardare il risultato. Di contro c’è la prestazione in sé per sé, poco convincente come atre ultimamente, con estro ed entusiasmo assenti, con errori che non ti aspetti da una rosa che certamente vuole puntare in alto.

Dicevamo del giro di boa della fase a gironi; gli azzurri sono attesi dagli incontri di ritorno con, nell’ordine, Rijeka, AZ Alkmaar e Real Sociedad. Procederà ancora tenton tentoni questo Napoli?

Chissà, ma a volte viene il sospetto che se questo assurdo 2020 fosse una squadra di calcio, sarebbe senza dubbio il Napoli in versione Europa League.

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Maestra di scuola primaria e giornalista pubblicista dal 2017 col pallino del pallone.
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