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Inguaribile spocchia?

Quando ieri abbiamo ascoltato Gattuso ci è venuto in mente Ancelotti allorquando, nei post-gara, cercava in tutti i modi di difendere gli azzurri, anche dinanzi a prestazioni oscene.

L’attuale tecnico azzurro una qualità indubbia ce l’ha: consegna pane al pane e vino al vino.

“Non puoi arrivare venti volte negli ultimi venti metri e giocare senza veleno”

Vogliamo dargli torto? In effetti, è proprio questo che ci fa puntualmente incazzare: la mancanza di costanza nell’esplicitazione della cattiveria agonistica. Troviamo irritante quella presunzione che annienta la tecnica sopraffina, quella superficialità che disintegra la qualità.

Spesso abbiamo sentito Gattuso parlare di fioretto ritenendo, questa, una squadra presuntuosa, un team così consapevole della propria forza da renderla il suo più grande difetto.

Noi crediamo abbia assolutamente ragione.

In questo campionato il Napoli è a solo nove punti dal Milan. Non siamo impazziti, nove punti di distacco sono pochissimi.

Abbiamo fatto due conti: il Napoli ha giocato una gara in meno il che vuol dire che, almeno potenzialmente, potrebbe trovarsi a -6 dalla vetta.

Adesso, una domanda per voi: quante volte il Napoli ha giochicchiato lasciando trascorrere inesorabilmente minuti preziosi? Quante volte gli azzurri hanno approcciato sottotono le gare, magari sono andati sotto e, solo nei minuti finali, hanno provato a ribaltarla mostrando ritmo, grinta e determinazione?

Non abbiamo sentito la vostra risposta ma è come se l’avessimo fatto: tante volte, tantissime volte.

E allora, quando abbiamo sentito definire sterile il palleggio del gioco di Gattuso, quando ne abbiamo sentito discutere le qualità tattiche, forse, e diciamo forse, si sarebbe dovuto spostare l’obiettivo per centrare il problema? Forse, e diciamo forse, l’alterigia della squadra che si traduce in lentezza d’ esecuzione rende vano ogni dettame tattico?

Crediamo proprio di si. E’ così che si spiegano prestazioni scintillanti alternate a prestazioni inguardabili. Solo così si giustificano sprazzi di gara eccitanti avvicendati a sprazzi raccapriccianti.

Ieri ci è andata bene.

L’atteggiamento è stato quello giusto ma i momenti in cui dapprima tizio e poi caio hanno pigiato off sul tasto della luce non sono mancati.

Anche ieri abbiamo visto troppe amnesie: appoggi banali sbagliati, distrazioni difensive inammissibili e pure errori sotto porta. Tutte leggerezze che una squadra di questo livello non può permettersi.

Il momentaneo pareggio del Cagliari, frutto di un bel pastrocchio difensivo, è arrivato nel momento in cui gli azzurri erano belli sazi per le innumerevoli reti mangiate ma inconsapevoli del rischio di avere una sola lunghezza di vantaggio.

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Il risultato è stato poi tondo. Ma, se il polacco non avesse tirato fuori il coniglio dal cilindro, adesso, forse, staremmo qui a rammaricarci per l’ennesima occasione sprecata.

Vi lasciamo con l’ennesimo quesito, il più inquietante: ma dalla spocchia si guarisce?

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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