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Amorevolmente glaciale

Arkadiusz Milik se ne va con un gesto d’eleganza che non può non essere notato.

Sarebbe potuto andar via in silenzio, sarebbe stata la normalità a cui siamo abituati e, invece, ha scelto di congedarsi toccando i sentimenti, lasciando che il panorama di Napoli lo accompagnasse lontano dal luogo che lo ha accolto ben cinque anni fa.

Difficile comprendere le motivazioni che l’hanno spinto alla realizzazione del video di saluto alla città: legame sincero alla terra partenopea oppure il tentativo di voler in qualche maniera sminuire le frizioni che hanno irretito parte della tifoseria per l’inconsueta agonia che ha caratterizzato il suo addio?

Non lo sapremo mai. Ognuno custodirà la propria idea.

Noi non ci esprimiamo.

Un conto sono le beghe contrattuali, altro è il reale legame ad un ambiente. Milik può aver detestato i vertici dirigenziali ma aver amato la città. Una cosa non condiziona o esclude l’altra.

La verità vera è nascosta, ciò che è emerso è un’inevitabile ovvietà: i baci alla maglia, le esultanze con la mano al petto, la vicinanza del club nei momenti difficili a seguito degli infortuni. Prassi. Consuetudine.

Milik e il Napoli hanno semplicemente provato ad usarsi reciprocamente, riuscendoci poco e male.

Nulla che possa essere ritenuto anormale, nulla che possa essere annoverato tra le cose non accettabili.

Di lui ci resterà quel sinistro magico che sembrava telecomandato ma anche quella mancanza di cattiveria sotto porta che, paradossalmente, era la peculiarità più affine ad un Napoli che da sempre fatica ad essere adulto.

Resterà anche questo saluto inconsueto, certo. Ma resterà anche quella voglia di grandissimo club che ha mortificato un presunto spirito di appartenenza. Ci resteranno i suoi gol, le esultanze che ci ha regalato. Ci resteranno le sue ultime apparizioni in azzurro, scialbe, inconsistenti, svogliate.

[Le temps c’est de l’argent]

Di tempo ne è passato, sembrava una follia. Ci hanno guadagnato tutti.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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