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Vuoi vedere che il presuntuoso è lui?

E’ una domanda, non una sentenza.

Non è il momento delle polemiche, dei polveroni isterici, delle critiche che piovono a raffica su tutto e tutti.

Oggi è così, e non è il massimo dei panorami. Domani potrà tornare ad essere bellissimo.

Ma dei rilievi vanno fatti, legittimamente.

Le scusanti sono tante: inizio stagione, tecnico nuovo, il caldo e bla bla bla.

Ma a preoccupare non sono i tre punti persi, anche se gira assai averli smarriti per strada.

E’ il crollo improvviso che destabilizza.

Un inaspettato smarrimento identitario che ha trasformato una squadra abituata a fare la partita e dominare il gioco in una che l’ha subìto per un intero secondo tempo.

E, a preoccupare, sono anche parole e azioni di un tecnico che non ha utilizzato la coerenza per tenere le due cose per mano.

Garcia sostiene che la squadra deve rendersi conto che quando non si può vincere bisogna saper portare almeno un punto a casa.

Bene. Giusto.

Condivisibile processo mentale.

E allora, al netto delle situazioni del momento, la stanchezza, la forma non eccelsa di qualcuno dei tuoi uomini, il caldo e chi più ne ha più ne metta, perché non hai apportato praticamente i correttivi adeguati?

Perché hai tenuto ostinatamente quella linea difensiva così alta?

Perché hai snaturato completamente le ali svilendo, di fatto, radicalmente, il gioco sugli esterni a favore di una improduttiva densità centrale?

Perché Raspadori e Lindstrom, di fatto due con evidenti attitudini offensive e non due che ti consentissero maggior possesso palla e un lento reimpossesso del palleggio?

Se hai letto una difficoltà a mantenere i ritmi del primo tempo, se hai visto la squadra perdere le distanze, se hai visto la squadra incapace di fare la partita che vorresti facesse sempre, perché non le hai fatto abbassare il baricentro?

Perché non hai sostituito un Anguissa, stremato e irriconoscibile, che assomigliava più a Rochy Balboa al decimo round piuttosto che a se stesso?

A preoccuparci è anche la tua lettura dialettica in conferenza stampa, durante la quale hai parlato di tutto ma non di te, delle tue scelte e dei tuoi dettami.

Ma la fiducia nei tuoi confronti resta indiscussa. Deve essere così.

Ieri è andata così. E’ andata male. Malissimo.

E una sconfitta maturata in quel modo ci lascia tanti dubbi.

Ma il calcio è strano e noi lo aspettiamo.

Così come aspettiamo che il tuo Napoli torni a vincere e, soprattutto, convincere.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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