A chi coltiva il sogno di fare da grande il giornalista sportivo è assolutamente vietato l’ascolto della conferenza stampa che Maurizio Sarri ha tenuto nel dopo-gara di Napoli-Sassuolo.
“Quando vi rispondo è perchè voglio mandare un messaggio alla squadra, non per rispondere a voi”.
Una dichiarazione che rimarrà negli annali del genere. Non siamo abituati a questa schiettezza e magari, solamente oggi, colleghi molto più navigati e blasonati di chi vi scrive hanno scoperto che per anni hanno raccolto frasi strumentali e solamente qualche brandello di verità.
Insomma, è proprio vero che dalle interviste che rilasciano i tesserati non se ne ricava un ragno dal buco. Eppure, il tifoso attende ogni volta il momento dell’intervista come un momento sacro, magari pretendendo attorno ad essa il massimo silenzio. E la cosa ancor più sui generis è che al termine dell’intervista l’utente prova un inspiegabile senso di appagamento, quasi paragonabile a quello che si prova dinanzi alla liquefazione del sangue di San Gennaro. Ci perdonerete il paragone blasfemo, ma la piacevolissima sensazione che dona l’esecuzione del rito ci sembra verosimile.
Sarri, dunque, dice quello che deve dire. Dice quello che vuole dire. Dice quello che serve dire.
Ma è proprio vero che utilizza il mezzo stampa per lanciare messaggi ai suoi stessi calciatori? O c’è anche dell’altro?
Sicuramente un bravo allenatore deve essere capace anche davanti ad un microfono. Essere un grande gestore, soprattutto di risorse umane (e Sarri lo è), vuol dire anche lanciare messaggi meno espliciti, criptati. La stampa è lo strumento più consono a questo fine. E va bene.
Ma la verità è anche un’altra: le risposte sono strumentali anche perchè la stampa è una sorta di felino che ora ti fa le fusa ma un attimo dopo è pronto a graffiarti. Perchè mai allora Maurizio Sarri dovrebbe offrire il fianco a chi è pronto a sgambettarti alla prima difficoltà?
Il tecnico del Napoli ieri aveva la febbre. Lo ha comunicato il Calcio Napoli in maniera ufficiale alle Tv che sull’onda di un palese risentimento hanno comunicato l’assenza del trainer azzurro dinanzi ai microfoni. Ma Sarri nei meandri del San Paolo con la stampa locale ha parlato eccome. La sua è stata solo una chiusura dettata da vecchi risentimenti? Una diserzione che ha avuto il sapore dell’ennesimo messaggio lanciato ai media nazionali? Probabile.
Insomma, se si tornasse all’epoca della silent-era, non ci perderemmo un bel niente o forse ne guadagneremmo addirittura, evitando di promuovere a reali, locuzioni strumentali prive di fondamento.
Dunque, in un mare di bugie a fin di bene e frasi strategiche lasciate svolazzare un pò qua e un pò là, l’unica verità da gustare senza pregiudizio alcuno è quella del campo.
Il Napoli è forte e altamente competitivo. Almeno questa, è una sacrosanta verità.