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Partenopeismi

Il treno dei desideri, un boomerang per la città

Ieri sera siamo andati a mangiare una pizza. Il locale scelto è quello che va per la maggiore qui in zona, non a caso, quello frequentato anche dai calciatori del Napoli.

Vi si entra e ci si imbatte in una serie di inconsuete figure in divisa verdastra con una evidente scritta sulle spalle: Security. In pochi minuti si crea un capannello, l’affluenza di clienti aumenta a dismisura, il corridoio di accesso al locale sembra un vagone della circumvesuviana.

Ma è solo tanto rumore inutile per tutti gli accorsi alla ricerca di un incontro tète à tète con i beniamini azzurri. A questi ultimi, è stata destinata una sala attigua, schermata, una sorta di bunker la cui visione interna è ostruita e proibita.

Sulla soglia di questa sala altri due imponenti agenti della vigilanza, dall’aria un po’ tracotante, esteticamente una sorta di T’Calla in “Black Panther”. Attraverso di essi si scrutano tavolini e addobbi ma, dei calciatori, nemmeno l’ombra.

Si odono però schiamazzi, fragore prodotto dal chiacchiericcio, dalla giovialità. A perforare la barriera umana dei vigilanti ci pensa però una cameriera, carina ed elegante, un belvedere. Grazie a questa graziosa fanciulla si riesce perlomeno a comprendere cosa arrivi sulle tavole dei calciatori.

Quando i curiosi si scoraggiano il locale si svuota un po’ e noi prendiamo finalmente posto. Si trattava di curiosi sfortunati, perché – poi – i calciatori, che in fondo sono esseri umani, hanno bisogni di espletare i loro bisogni fisiologici e il locale non è attrezzato al cento per cento: un gabinetto esclusivo non esiste. Sono “costretti” ad utilizzare quelli a disposizione di tutti. E allora li vedi, rigorosamente uno per volta, uscire dalla sala, preceduti e seguiti da due vigilanti. La scena è in qualche maniera buffa, imbarazzante. Li vedi uscire, nell’ordine: Rog, Karnezis, Callejon, accompagnati come se fossero bambini da proteggere.

Vanno, hai pure il tempo di calcolare la loro permanenza in bagno, e li vedi tornare. La scena è sempre la stessa, una sorta di sandwich della notorietà: il calciatore in mezzo e i due protettori ai lati. La dinamica colpisce, ti fa comprendere in fondo che vita facciano questi professionisti. Si può non essere nemmeno liberi di andare in bagno?

Ma la serata non è finita, almeno la nostra. La loro si, la mattina seguente la seduta di allenamento mattutina li attende per cui, vanno via.

Il capannello si ricostituisce in tempi record, i curiosi che sembravano spariti si materializzano in un attimo. Sono tutti lì, davanti l’ingresso principale, ancora una volta, per loro, attesa vana. Come se fosse davvero la scena di un film, i protagonisti trovano una soluzione alternativa e abbandonano il locale da una uscita posteriore.

La delusione tra i curiosi regna sovrana.

Ma domani è un altro giorno. E la corsa all’esasperazione della vita altrui riprenderà a ritmi serrati.

Ma per tutti i napoletani Napoli è bella, è unica, è indimenticabile, è solidale, è calorosa, è generosa e rispettosa……Napoli è semplicemente una città fanatica e vanagloriosa.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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