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Il Napoli “liquido” di Ancelotti: rosa più ristretta ma qualità elevata

Il Napoli in questa sessione di mercato ha sin qui acquistato tre calciatori: Di Lorenzo, Manolas ed Elmas.

Di contro, le cessioni fin qui operato sono state svariate, alcune hanno riguardato calciatori a pieno titolo nella rosa della scorsa stagione: Albiol al Villareal, Diawara alla Roma, Rog al Cagliari, oltre a Grassi, Sepe e Inglese confermati dal Parma.

I movimenti di mercato, almeno stando ai rumors delle ultime ore, dovrebbero portare almeno altre quattro cessioni: Hysaj, Tonelli, Ounas e Verdi.

Al contempo, il Napoli sembra intenzionato a portare a termine quei due colpi che sono stati più o meno velatamente promessi dal club azzurro nel corso di questa lunga estate: parliamo di James Rodriguez e Hirving Lozano, trattative ancora in corso e dall’esito non ancora scontato, se ci atteniamo ai fatti.

Se venissero confermati questi due innesti, la scelta tecnica del Napoli sarebbe lineare e coerente con i desideri del tecnico e di tutto lo staff. Il club ha scelto di puntare sulla versatilità e l’intercambiabilità, nei ruoli, degli effettivi a disposizione dell’allenatore.

Una Rosa di calciatori polifunzionali

La caratteristica della rosa azzurra sembra essere essenzialmente una: la polifunzionalità. Si perché il Napoli ha in organico una serie di elementi camaleontici, buoni per vari ruoli e non solo per una posizione in campo, ovviamente con caratteristiche tecnico-tattiche diverse. A centrocampo, per esempio, il Napoli conta quattro pedine in organico: Fabian Ruiz, Allan, Elmas e Zielinski. Alcuni sostengono che siano pochi per affrontare una stagione lunga e nella quale si chiede alla squadra di essere competitiva fino all’ultimo, nelle varie competizioni.

In realtà non è così perchè nel 4-2-3-1 ancelottiano, che poi altro non è che un 4-4-2 in fase di possesso, i due mediani verranno scelti in questa rosa di quattro nomi. Ancelotti, poi, ha dimostrato di poter riadattare, in casi estremi, anche Josè Callejòn (fulgido esempio di calciatore polifunzionale) in quel ruolo, oltre a poter disporre del giovane virgulto della Primavera Gianluca Gaetano.

Allo stesso tempo, Fabian e Zielinski hanno dimostrato già lo scorso anno di potersi destreggiare bene sugli esterni o dietro la punta, autentiche frecce nell’arco del tecnico azzurro, che può davvero ridisegnare l’assetto in campo anche a gara in corso, con tutti i vantaggi che ne conseguono.

La trequarti e il centravanti: un Napoli “liquido”

Non sto cercando un attaccante con determinate caratteristiche, cerchiamo qualcuno che possa migliorarci e basta. Non do importanza alla struttura fisica, ma alla capacità di muoversi e attaccare la profondità

Così l’allenatore del Napoli parlava a fine stagione scorsa. Dando per veritiere e non strategiche le parole di Ancelotti, questa idea certifica un fatto a questo punto quasi inappuntabile: il Napoli non cerca un centravanti tipico, il classico finalizzatore e uomo d’area, magari di stazza fisica importante.

Il Napoli ha già in rosa Dries Mertens, oltre a Milik, che è molto bravo nell’attacco alla profondità. Ma dovesse arrivare un altro attaccante, nella fattispecie il Lozano di turno, siamo sicuri che si sposerebbe perfettamente con i desiderata dell’allenatore di Reggiolo. Nel dettaglio, Hirving Lozano è un attaccante esterno, alcuni lo etichettano come un’ala ma essenzialmente Lozano è una punta, quindi perfettamente adattabile anche nella posizione di centroattacco, proprio il profilo richiesto da Ancelotti.

Sette uomini per quattro posti a ruotare in quella che sarà una stagione lunga e faticosa: Milik o Mertens o Lozano nel ruolo di prima punta; Insigne e Younes a partire dalla sinistra, James o Mertens o lo stesso Insigne nella zona centrale e Callejon e Lozano sul versante destro. Una batteria di calciatori intercambiabili, che possano addirittura scambiarsi di posizione durante la gara, non dando punti di riferimento agli avversari: un Napoli “liquido”, insomma.

Abbinare le esigenze tecniche al bilancio

E’ questa la chiave usata dal club per far sposare le esigenze di bilancio a quelle di potenziamento tecnico di una rosa che intende porsi come obiettivo la vittoria. Disfarsi di quei calciatori ritenuti non funzionali, alleggerire laddove sia possibile il monte ingaggi, alienando le prestazioni delle pedine non utili per far spazio ai nuovi e costruire una rosa magari meno “profonda” ma con un tasso qualitativo più alto.

Questa strategia “aiuta” a non appesantire i costi del club, proprio sfruttando calciatori che sanno ricoprire più ruoli e vestire panni diversi a seconda dei casi e delle esigenze del momento. Il Napoli ha bypassato in questo modo il bisogno di dotarsi di una rosa di 27-28 calciatori nei vari reparti, che sarebbe costata tantissimo in termini di emolumenti e di ingaggi. Una rosa al massimo di 23 effettivi, considerando anche che uno tra Maksimovic e Luperto potrebbe partire in extremis, ma con una qualità media di molto più alta e con la spesa ingaggi concentrata su un numero di calciatori più basso. Una strategia che solo il campo potrà premiare, ma che siamo sicuri, sia frutto di una precisa pianificazione e di una condivisione cercata tra la dirigenza e lo staff tecnico.

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Francesco Romano è laureato ed ha un master in comunicazione e marketing. Ama scrivere, lavora presso Mediaset.
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