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Partenopeismi

Ciao Bud. Un grande, un partenopeo

I suoi film li abbiamo visti una, due, dieci volte, senza stancarci mai. Probabilmente perché su di noi hanno sempre sortito un effetto positivo, rilassante, compiaciuto e divertente. Pellicole leggere, come il suo sguardo sereno, ma al tempo stesso emanatrici di messaggi pesanti, come la sua stazza.

Bud Spencer ha lasciato per sempre il mondo che lo ha proclamato e conclamato attore di successo, ma soprattutto personaggio totale, amabile nella sua imbarazzante semplicità. Sguardo sereno, quello di Bud, ma anche impenetrabile, incastonato tra le lievitate superfici cutanee delle palpebre. Due sottili e quasi invisibili squarci visivi hanno sempre caratterizzato il suo volto, capaci di esprimere, nonostante l’inconfondibile rigidità facciale, la qualità del personaggio, apparentemente burbero e scontroso, ma in fondo tanto buono e generoso.

Carlo Pedersoli, questo il suo vero nome, verrà ricordato da tutti come Bud Spencer, il gigante buono, l’icona del bene che trionfa sul male. Un male sceneggiato come diffuso ed esteso, ma anche ridicolo nella sua  imbarazzante fragilità al cospetto del bene.

Pirotecniche e comiche scazzottate, mai violente e sanguinarie, sono sempre state l’affermazione  del buono sul cattivo, della giustizia sul malaffare, della giustizia sull’ingiustizia. Ma anche la trasmissione di una filosofia di vita, lo scavo di un canale comunicativo profondo: le difficoltà della vita, seppur gravi ed apparentemente invalicabili, si superano con ottimismo e positività, sembrava volerci dire Bud. Un velato consiglio su come affrontare le difficoltà, un messaggio giunto alle nostre interiora in maniera tanto impercettibile quanto significativa e decisa.

Il frutto della visione dei suoi film, nonostante l’indole avventuriera e comicamente violenta, era un’inspiegabile sensazione di pace e benessere. Uno stile di comicità innovativo negli anni 80’, talmente buffo ed inconsueto da penetrare come un coltello nel burro nelle corde sensoriali di una miriade di appassionati.

E Bud, da napoletano doc del quartiere Santa Lucia, ha portato con orgoglio la sua città nel cinema, conducendola così come la vedeva, bella e affascinante nelle sue unicità, ma anche imbarazzante per le sue mancanze e criticità. Ma Napoli è stata presente anche sotto altri aspetti. Ha fatto da sfondo alla sua cinematografia, ma è anche entrata nel modo di interpretare i personaggi, nell’accento d’origine mai camuffato, nell’innata comicità mai nascosta. 13495069_1234030849953890_2561239513492363398_n

Bud Spencer ha lasciato fin da bambino la sua città natale, ma non ha mai rinnegato le sue origini, trapelate da ogni poro della sua inconfondibile dialettica.  Bud non ha mai perso occasione per lanciare messaggi d’amore alla sua Napoli.
Da brividi la risposta data ad un conduttore spagnolo che durante una intervista gli chiedeva come mai gli italiani avessero l’abitudine di gesticolare mentre parlavano. La risposta dell’attore rappresentò un elogio significativo alle sue origini napoletane e le sue parole divennero subito vibranti e virali: “Stai parlando con un napoletano, non con un italiano“.

Lui era così, intelligente e pungente, pacato ma vispo, tomo ma energico. Bud era semplicemente napoletano. Ha amato inscindibilmente pellicola e sport, globuli bianchi e rossi del sangue che scorreva nelle sue vene. Non solo attore di successo, ma anche nuotatore pluri-medagliato. Nella sua bacheca da atleta luccicano decine di coppe e medaglie. Ma non solo nuoto. Pallanuoto, Rugby, Lotta libera, Boxe, chi più ne ha, più ne metta. Le passioni per il volo, la vela, esperienze avventurose, ma anche per il “suo” Napoli, squadra del cuore da sempre, nonostante qualcuno avesse provato ad insinuare il contrario. Ci vorrebbero giorni per raccontare la sua vita ed elencare i capolavori cinematografici, così come gli innumerevoli sport praticati. bud-spencer-napoli-piedone-1024x576

Una vita attiva, frenetica, condita da una produzione ricchissima di attività sportive e pellicole cinematografiche. Un attivismo ed una produttività quasi incredibilmente accostate dalla natura alla flemma tipica della sua invadente sagoma.

Tante le generazioni che nel nostro paese sono cresciute con il sottofondo dei suoi film, visti e rivisti con immutato entusiasmo. Non saremmo capaci di elencarli tutti: “Più forte, ragazzi!”, “Altrimenti ci arrabbiamo!”, “Nati con la camicia”, la serie di Piedone, “Bulldozer”, “Bomber”.

Già, “Bomber”. Una parola chiusa nel cassetto di un campione assoluto come Gonzalo Higuain. Ma siamo sicuri che almeno per un giorno il calciatore argentino sarà orgoglioso di attribuirla a te. La scena finale della pellicola, che ti vede con le braccia alte al cielo ed i pugni stretti, imploso nella tua felicità, flebilmente percepita dal tuo sorriso accennato, rimarrà immagine scolpita della tua grandezza.

Ti lasciamo come tu hai fatto con chi ti è stato vicino per una vita intera, dicendoti un semplice ma sentito, grazie. Convinti che anche da  lassù tu possa essere sereno e felice così come ti abbiamo sempre percepito.

E così sia. Altrimenti ci arrabbiamo.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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