Nei giorni convulsi dei rumors che vogliono Gonzalo Higuain lontano da Napoli, stiamo un po’ perdendo di vista le operazioni cosiddette “minori” che il DS Giuntoli sta pian piano definendo.
Il dato evidente che emerge nel mercato del Napoli, ad oggi, è la progressiva italianizzazione della rosa azzurra che ha, finora, visto l’arrivo di due nuove pedine (ufficiali) e sta per accogliere la terza: Tonelli, Giaccherini e Santon, questi i tre italiani che rinforzeranno la rosa a disposizione di mister Sarri.
Negli ultimi anni il Napoli è stato una squadra a forte matrice estera, il prodotto di un’opera di internazionalizzazione iniziato da Rafa Benitez e continuato anche dopo. La tendenza, a giudicare dalle prime operazioni di calciomercato del nuovo Napoli, sembra quella di voler portare a Napoli giocatori italiani, utili e duttili, con esperienza conclamata della Serie A e conoscenza dello spartito tattico tanto caro a Sarri.
Ad oggi, la rosa azzurra ha ceduto Regini (fine prestito), Chalobah (anche lui fine prestito), Zuniga al Watford e Andujar all’Indipendiente. Sono arrivati Tonelli, vecchia conoscenza del mister toscano, Giaccherini, dopo il grande europeo disputato con la nazionale di Conte e sembra ormai certo l’arrivo di Santon dall’Inter, classe 91 e già tanta esperienza anche internazionale. Il vecchio pupillo di Mourinho è, senza dubbio, un’operazione intelligente sia per il rapporto qualità-prezzo (nuovo leitmotiv del Napoli sul calciomercato), sia per le qualità tecnico-tattiche. Santon è un esterno basso (abile anche in fase offensiva) che agisce sia a destra che a sinistra. Il terzino 25enne costerà 5 milioni più 1 di bonus, ben 8 milioni in meno di Widmer e possiede tutte le caratteristiche che Sarri cerca da un terzino.
Santon si giocherà la corsia destra con Elsed Hysaj, ma tornerà utile anche allorquando Ghoulam partirà per la Coppa d’Africa, potendo agire con discreto rendimento e risultati anche sul lato opposto.
Dopo Tonelli e Giaccherini, dunque, anche Santon, senza dimenticare che a gennaio scorso è arrivato il giovane Grassi dall’Atalanta, investimento importante per un club come quello azzurro. E se dovesse rimanere anche Sepe, come secondo di Pepe Reina, la colonia tricolore aumenterebbe ancora. Siamo di fronte ad un vero e proprio processo di italianizzazione del Napoli, ancor più evidente se pensiamo che nel Napoli di Benitez gli unici italiani erano Insigne e Maggio, con l’aggiunta successiva di Gabbiadini. Lo scorso anno si è aggregato Mirko Valdifiori, voluto da De Laurentiis in persona.
Se consideriamo Hysaj, Hamsik e Jorginho ormai a tutti gli effetti prodotti del vivaio italiano, il quadro è completo. E’ un Napoli che intende ricostruirsi attorno ad un’anima italiana che, tradotto, comporta una consapevolezza di ciò che il Napoli rappresenta per l’intero movimento calcistico del paese e questo non può che far del bene al gruppo di Sarri, in termini di coesione e di affiatamento.
Sepe, Tonelli, Valdifiori, Insigne, Gabbiadini, Giaccherini e Santon, a cui si aggiunge l’oriundo Jorginho e poi anche chi, come Hamsik e Hysaj, è stato ormai adottato dal calcio italiano. La nuova anima italiana del Napoli avanza e si integra assai bene con l’altra anima dello spogliatoio, quella spagnola, con i vari Reina, Albiol, David Lopez e Callejon.
E’ un Napoli italo-spagnolo, dunque, con una spruzzatina carioca (Allan e Jorginho), lieve fragranza balcanica (Chiriches, Hysaj, Strinic) e leggera inflessione francofona (Mertens, Koulibaly, Ghoulam, El Kaddouri). Chissà se ci sarà spazio ancora per un po’ di sangue argentino…