Nonostante lo scarso minutaggio, l’attaccante bergamasco ha una media gol altissima e con i suoi movimenti sembrano perfetti per il ruolo di prima punta nel sistema sarriano.
Una stagione vissuta all’ombra del Pipita, ma quando è stato chiamato in causa ha dimostrato di poter sostenere il peso dell’attacco napoletano. Finita la “tre giorni” di prove, in cui Manolo ha sostituto sua Signoria Higuain sul trono offensivo, quale futuro attende il numero 23 azzurro?
Partiamo dai dati di fatto: Gabbiadini è arrivato a Napoli il 5 gennaio 2015 per una cifra pari a 12,5 milioni di euro. Non pochi, ma nemmeno tantissimi se si pensa che appena un anno dopo, il Wolfsburg ha offerto circa il triplo e si è visto rispondere picche da De Laurentiis. Proprio questo rifiuto pone alcune domande: il Napoli, di certo, crede in Gabbiadini, ma fino a che punto? Lo riterrebbe adatto, in caso di un malaugurato addio di Higuain, a rivestire il ruolo di prima punta titolare? Oppure la mancata cessione di gennaio è stata dettata dalla necessità di conservare una punta di ricambio, essendo ancora in Napoli impegnato anche in Europa League?
La questione non è di poco conto. Proviamo a sederci a tavolino con Manolo e capire quali potrebbero essere le sue intenzioni per la prossima stagione. Gabbiadini, dicevamo, è arrivato a Napoli con il meritato appellativo di giovane talento, guadagnato sia con le ottime prestazioni all’Atalanta e alla Sampdoria, sia nelle varie trafile della Nazionale.
A Napoli, Manolo ha consolidato il suo valore e il primo anno con Benitez lo ha visto protagonista di alcune ottime prestazioni: arrivato a metà stagione, ha collezionato, prevalentemente nel ruolo di seconda punta, 1366 minuti giocati e 11 gol.
E così Antonio Conte ha continuato a convocarlo in Nazionale, impiegandolo in realtà poco e quasi sempre dalla panchina.
Poi arriva Sarri e la storia prende una piega diversa. Il tecnico toscano snobba il turnover e preferisce giocare sempre con i titolari, a meno di infortuni e squalifiche. Manolo si accomoda in panchina, spesso subentra, gioca in Europa League, segna ma non esulta. Non fa parte del personaggio, esultare in modo vivace, ma quel volto più inespressivo del solito è determinato anche da una mancanza di entusiasmo per la sua condizione in rosa.
A novembre si interrompe anche il suo rapporto con la Nazionale (contro la Bulgaria, quando, ironia della sorte, realizzerà il primo gol con la maggiore).
Insomma, mettiamoci nei panni di un ragazzo di 25 anni, nella piena esplosione delle sue doti fisiche e tecniche, messo da parte per una stagione intera. Così facendo, potrebbe non apparire strano, se nel momento in cui si siede a tavolino chiede più spazio e meno panchine per la prossima stagione. Ne ha il diritto, alla sua età.
Il Napoli dal canto suo dovrà risolvere l’enigma Higuain: resta o non resta? Ossia: verrà raggiunta da qualche club (estero) la clausola di 95 milioni di euro?
Qualora il Pipita restasse, Gabbiadini dovrebbe ricevere più spazio e Sarri dovrebbe convincersi ad adottare un turnover più intenso.
Ma qualora partisse Higuain, il Napoli avrebbe il coraggio di scommettere su Gabbiadini punta del futuro attacco azzurro?
I numeri parlano chiaro: Gabbiadini in questa stagione ha giocato (finora) 973 minuti in 28 presenze (di cui 19 da subentrante e nelle nove in cui ha giocato da titolare 5 volte è stato sostituito). In questi frazionati 973 minuti ha segnato 9 gol (5 in campionato e 4 in Europa League). La media è di un gol ogni 108 minuti, insomma quasi un gol a partita. Se consideriamo che questo minutaggio è composto anche dalle numerose volte in cui Manolo è entrato negli ultimi 15 minuti delle partite, questi 9 gol assumono un significato ancora maggiore.
Al di là della fredda statistica, Gabbiadini sembra poter interpretare al meglio il ruolo di punta nel 4-3-3 sarriano: oltre agli ottimi inserimenti da rapace in area di rigore (e i gol ne sono la riprova), in fase di manovra contribuisce agli appoggi e alle triangolazioni classiche del sistema offensivo azzurro. Un attaccante capace di rientrare sulla trequarti e agire di sponda per gli esterni e straordinario quando si tratta di piazzare la zampata vincente. Oltre alle indubbie capacità su calcio da fermo.
Un profilo completo che fanno di Gabbiadini uno degli attaccanti italiani più forti di questi anni.
https://www.youtube.com/watch?v=XOKrDlHlE3A