Un uomo intelligente. Maurizio Sarri è innanzitutto questo.
A seguito di una cavalcata eccellente è a due passi dal traguardo, una meta troppo vicina per essere raggiunta. Un paradosso? Niente affatto. Quando la tensione scende, quando i convincimenti positivi prendono forma, quando gli accadimenti si danno per scontati, si sono gettate le basi affinchè accada giusto il contrario.
Maurizio Sarri lo sa bene, ed esordisce toccando proprio questo punto in conferenza stampa pre-Napoli-Frosinone, l’ultima della sua prima stagione napoletana.
Ha un solo modo per trasmettere alla squadra la tensione giusta per vincere la gara più importante dell’anno, convincerla che si tratti di quella più difficile:
“Il clima che si respira non è quello giusto – dichiara il tecnico – Mi riferisco all’atmosfera che c’è attorno alla squadra. I ragazzi non vivono in una campana di vetro e possono essere influenzati”.
Fatta questa doverosa e si spera beneaugurante premessa, Maurizio Sarri rivela ,nemmeno tanto velatamente, gli ingredienti che hanno consentito al Napoli di disputare una straordinaria annata:
Innanzitutto disponibilità. La sua, quando si è messo al servizio di grandi campioni. Lo afferma lui stesso:
“quando sono arrivato quasi tutti erano campioni affermati”.
Ma anche quella dei calciatori:
“Avrebbero potuto non farlo, invece da subito si son messi a mia disposizione”.
Insomma, i calciatori lo hanno accolto nel modo in cui è giusto accogliere un allenatore con cui si vuol fare un percorso comune ricco di soddisfazioni, e d il tecnico, dal basso della sua poca esperienza in club blasonati, ha propinato le sue idee con estrema convinzione ma imbarazzante umiltà.
Ma Maurizio Sarri svela anche un altra sua dote: la forza della pretesa: “Higuain può fare di più, ha ancora margini di miglioramento. lui di me dice che lo rimprovero sempre e che non mi accontento mai”.
Una frase che racchiude l’essenza di un vero “maestro”, il sunto del mestiere più difficile del mondo, quello che ti costringe a far sentire sul collo dei propri discenti l’amore, l’apprezzamento e la condivisione, ma al tempo stesso la critica e l’insoddisfazione. Insomma, caratteristiche che non si comprano al supermercato, o le si ha o non le si ha. E Maurizio Sarri le ha.
Il terzo segreto rivelato è quello che tutti i presenti nella casta dei criticoni non avrebbe mai voluto sentire: “Avere una forte identità tattica dal principio ci ha aiutato”.
Un elogio a se stesso. Giunto a Napoli con in mente il 4-3-1-2 ed il rammarico Saponara ha saputo dirottare dopo appena tre deludenti giornate su di un entusiasmante 4-3-3, in accordo con i suoi ragazzi. Uno scheletro tattico variato solo occasionalmente a gara in corsa. Una identità tattica precisa che è divenuta sempre più collaudata nel corso del tempo.
Dunque, in occasione dell’ultimo incontro con la stampa il tecnico toscano ha voluto omaggiare i presenti rivelando tre piccoli segreti del suo Napoli. Tenendo nascosto forse uno dei più importanti: l’intelligenza del suo comandante.