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Partenopeismi

Manolo in gabbia

E’ stato il regalo di Natale del 2014 che Aurelio De Laurentiis ha fatto ai suoi tifosi in attesa del colpo di mercato di metà stagione, quello che di solito non offre prelibatezze di prim’ordine. Quella volta non fu così, e all’ombra del Vesuvio arrivò il più talentuoso attaccante italiano in circolazione, Manolo Gabbiadini. Lui ne fu felice, il Napoli anche.

Un investimento di 13 milioni di euro per il solo cartellino, più un contratto di cinque anni a 1.6 milioni l’anno.

Gli ultimi mesi di Benitez a Napoli Gabbiadini li vive imparando a conoscere squadra, ambiente e città. Poi la nuova stagione, quella alla guida di Maurizio Sarri. Da allora, diciassette mesi vissuti facendo crescere sempre più l’asticella dell’insoddisfazione. Il definitivo salto professionale, quello che nella sua immaginazione lo avrebbe esaltato e consacrato, si è invece rivelato un gran salto nel buio, quello pesto, laddove finiscono per non vederti più, Antonio Conte compreso.

Sostanzialmente sono due le spade di Damocle piombate sulla sua testa: la prima riguarda l’abbandono prematuro del 4-3-1-2, Manolo Gabbiadini doveva essere posizionato lì, davanti ad un trequartista e accanto al compagno di reparto che risponde al nome di Gonzalo Higuian, la seconda riguarda lo stesso calciatore argentino che gli ha chiuso ogni porta di accesso allorquando il 4-3-1-2 si è trasformato nel più redditizio 4-3-3.

Da quel momento Manolo è stato un pesce fuor d’acqua, spodestato da un Higuain monumentale ed insostituibile, scalzato dalla posizione di esterno d’attacco da una frase del suo stesso allenatore: “può ricoprire quel ruolo solo a gara in corso quando ne abbiamo bisogno”. L’immagine di un Manolo triste ed abbattuto che parte verso la posizione di attaccante centrale in cerca di un posto da titolare, che devia verso l’esterno per poi scivolare mestamente in panchina è quanto di più verosimile si possa raccontare.

In effetti è andata proprio così. Un sogno, il suo, infranto in pochissime giornate di campionato. Un investimento, quello del Napoli, che ha rischiato di depauperarsi in tempi altrettanto brevi.

Eppure, il rendimento di Gabbiadini della stagione appena terminata con la maglia azzurra del Napoli è stato molto soddisfacente in termini numerici, nonostante il morale fosse sempre sotto i minimi storici:

Campionato Squadra Giocate Goal Assist Gialli Rossi
Coppa Italia Napoli 1 0 0 0 0
Serie A Napoli 23 5 3 1 0
UEFA Europa League Napoli 6 4 0 0 0

 

71° minuti giocati in Coppa Italia senza lasciare traccia. 367 minuti giocando in Europa League segnando 4 reti. 547 minuti giocati in campionato segnando 5 reti e sfornando 3 assist. Niente male questo ultimo dato, se si considera che la totalità dei minuti giocati in campionato da un titolare corrisponde a 3420 minuti. Facendo una approssimativa proiezione Manolo Gabbiadini giocando tutte le partite avrebbe sforato la soglia dei 30 gol stagionali.

Ma allora perchè tanta tristezza? Perchè tanta insoddisfazione?

La cosa che è sembrata lampante è stato il suo malcontento. Mai un sorriso, mai una gioia esternata, ad accompagnarlo sempre un broncio, quello di chi ha voluto in ogni momento comunicare a chi lo aveva scelto: “non sto vivendo quello che mi aspettavo”.

Ma quale è il problema di Manolo Gabbiadini? La risposta è semplice, si chiama Gonzalo Higuian.

L’attaccante bergamasco è stato letteralmente oscurato dalla straordinaria e leggendaria stagione dell’argentino. inevitabile fosse così. Gabbiadini dopo la triste annata personale è stato chiaro: vuol giocare. E’ uscito dall’obiettivo dei grandi cannocchiali, sia quello di coloro che vedevano in lui l’attaccante più promettente del nostro Paese, sia quello di Antonio Conte, alla ricerca della punta di diamante per la sua Italia in partenza per gli Europei di Francia.

Cosa deciderà adesso il Napoli? Tutto dipenderà da Gonzalo Higuian. Se l’argentino rimarrà a Napoli per Manolo Gabbiadini è molto probabile si aprano le porte della cessione. Diversamente, il Napoli potrà decidere di puntare tutto su di lui.

Si sa, le strade del mercato sono come quelle del Signore, infinite. Ma per percorrerle bisogna aprire le porte della gabbia, lasciar uscire rabbia ed insoddisfazione, ed accogliere con gioia una opportunità mai affrontata con lo spirito giusto.

 

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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