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Partenopeismi

Le cinque sfumature di Dinamo Kiev-Napoli

La notizia c’è: il Napoli è una squadra vera, a prescindere dalla conquista di una vittoria importantissima. Queste le cinque istantanee del vittorioso match in Ucraina:

L’ingresso in campo

E’ di quelli che non si dimenticano. Stadio non gremito, ma l’atmosfera è comunque quella delle grandi occasioni. Gli  azzurri sono tesi e una flemmatica passerella li porta dritti lì, laddove si aprono le porte ai brividi: parte l’inno della Champions e l’emozione raggiunge il suo apice. La steadicam scorre veloce da un volto azzurro all’altro, per poi fermare la sua corsa emozionale sugli arbitri che separano i calciatori del Napoli dagli ucraini. Pronti, via. Il Napoli è lì, a disputare la sua meritata Champions League.

La faccia della serenità

Il Napoli gioca, lotta, combatte. L’emozione aleggia minacciosa e non sempre ne vuol sapere di spazzare il campo. Ne risente la precisione di qualche passaggio (vero Albiol?). Ma il Napoli sa mettere in vetrina anche facce serene. Quella di Koulibaly è da sottoporre a studi approfonditi di fisiognomica: non ci sono segnali di espressioni che vadano al di là di una dirompenza fisica senza eguali. Il franco-senegalese è un lottatore silenzioso che si erge a baluardo della sua difesa, che sventa minacce serie con la disinvoltura di un incosciente. La fatica profusa si evince solamente dalla texture dell’epidermide facciale che col passare dei minuti assomiglia sempre più ad una maschera di cera.

Mertens come Turner

Il folletto belga non rinnega la sua fama: anche stasera è stato croce e delizia. Adorabile, incantevole, eccitante, per immedesimazione, grinta, volontà e imprevedibilità. Angosciante quando si incarta nei suoi stessi eccessi. Le imprevedibili giocate sembrano quadri del pittore inglese Turner, al tempo stesso affascinanti ed angoscianti. Ma al di là delle giocate, le sue smorfie di sofferenza, di rammarico o gioia sono sempre un bel vedere.

La faccia di Sheva

Non che fosse paragonabile a Cruciani, ma le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Andriy Shewchenko in merito alla gara di stasera non erano piaciute un granchè ai napoletani. “Per il Napoli non ci sarà scampo – aveva dichiarato l’attuale Ct dell’Ucraina – la Dinamo porterà a casa la vittoria”. Ecco, il terzo gol del Napoli lo ha siglato la regia televisiva ucraina che, inquadrando uno sconsolato Shewchenko avvilito a seguito del raddoppio di Milik, ha regalato la terza gioia ai sostenitori azzurri.

La sensibilità del “vice” capitano

Solo chi lo fa sa cosa vuol dire. Giungere a Kiev per seguire la squadra del cuore non è propriamente una passeggiata. Pepe Reina lo sa. Non importa come faccia a saperlo. Quel che conta è che a fine gara il portiere azzurro abbia avuto un pensiero per questa gente, invitando i suoi compagni a recarsi sotto il settore ospiti per rendere omaggio ai presenti. Un gesto semplice, spontaneo, ma incredibilmente bello.

 

 

 

 

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Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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