Soffre all’inizio, soffre alla fine perchè si rilassa, ma il Napoli travolge il Benfica nella prima partita casalinga di questa Champions e festeggia il primato momentaneo nel girone, dove dopo due soli turni ha già scavato un piccolo solco tra sè e le rivali. Questi alcuni dei momenti da ricordare nella sfida coi portoghesi:
The Champioooons! – Ebbene si, il primo momento importante della partita riguarda gli istanti immediatamente precedenti il fischio di inizio. I giocatori sono tutti schierati a metà campo per l’inno della Champions League, e l’urlo del San Paolo rende l’atmosfera emozionante, persino toccante, come ammesso dallo stesso Sarri nel dopo partita, nel momento in chi dichiara che era questo il vero esordio, non quello di Kiev. Quell’urlo, con la presenza inarrestabile del pubblico del San Paolo per tutta la durata dell’incontro, darà alla squadra una carica che solo in pochi stadi al mondo si può avvertire.
Il Napoli sbanda, ma si salva – Nei primi 15 minuti l’emozione degli azzurri è palpabile. C’è un po’ di paura, e il Napoli stenta a prendere le misure a una squadra comunque ben dotata tecnicamente. Due volte va vicino alla capitolazione, ma prima Hysaj salva dopo una sbandata di Reina a pochi passi dalla porta, poi lo stesso portierone spagnolo si riscatta con un gran tuffo su Mitroglu, in un’azione condizionata dall’infortunio di Albiol. Se una di quelle due palle fosse entrata forse parleremmo di un’altra partita, ma sarà proprio quell’attimo di sofferenza a svegliare la squadra dopo un inizio incerto.
Marek prende per mano la squadra – Il capitano, dopo aver festeggiato i 100 gol con la maglia del Napoli, vuole continuare il momento positivo anche in Champions. E non è un caso che, dopo i primi minuti incerti, guardi i compagni e senza parlare, con quella personalità che molti a torto gli disconoscono, li inciti a pressare, a non lasciare respiro all’ottimo centrocampo dei portoghesi. Così come non è un caso che, sul perfetto angolo di Ghoulam, sia lo stesso slovacco ad attivare la cresta e infilare alle spalle di Julio Cesar un gol fondamentale per rassicurare la squadra e portarla sulla via del successo. 101 di questi Hamsik.
Insigne abbraccia Mertens – A dieci giorni dall’episodio del mancato saluto di Gabbiadini a Insigne nella partita col Bologna, il folletto di Frattamaggiore si rende protagonista di un momento molto positivo. Mertens, il suo “rivale” nella corsa a un posto da titolare nel tridente azzurro, insacca su punizione, e il primo a correre dal belga per festeggiare è proprio Lorenzo. Insigne si fa una corsa di cinquanta metri e corre ad abbracciare il compagno di squadra, a dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, di una compattezza di gruppo sulla quale ha saputo incidere con la sua saggezza Sarri, eliminando ogni rivalità e rendendo tutti utili e nessuno indispensabile.
Distrazioni da eliminare – Se ne è parlato e riparlato, degli ultimi venti minuti negativi del Napoli contro il Benfica. Un rilassamento che non macchia la splendida prova degli azzurri, ma su cui il tecnico Sarri e gli stessi giocatori dovranno lavorare per il futuro. Questo perchè il livello degli avversari, soprattutto in Europa, è molto elevato, e basta un piccolo errore per distruggere cento cose buone fatte in precedenza. Non ci si può permettere errori con nessuno, e in nessun momento della partita o della stagione. Il calcio di oggi è così, non dà tregua. Lo scorso anno un calo di concentrazione nella partita di Bologna in campionato spense anzitempo i sogni di gloria degli azzurri nella corsa allo scudetto. Per fortuna stavolta il crollo mentale degli ultimi venti minuti non ha avuto conseguenze. Ma il salto di qualità lo fai quando non solo sei capace di segnare a raffica, ma anche di mantenere sempre alta l’attenzione senza concedersi defaillances spesso fatali.