Bisogna pur riempire giornali e trasmissioni radiofoniche durante la lunga pausa delle nazionali. Ed è difficile fare audience affliggendo per due settimane i già assopiti tifosi napoletani parlando ininterrottamente della piccola crisi in cui è incappata la squadra di Sarri.
E allora, via al valzer di nomi per trovare il profilo giusto della punta che a gennaio dovrà sostituire Gabbiadini nel ruolo di punta e fare reparto con Milik: Pavoletti, Zaza, Muriel, Zapata e chi più ne ha più ne metta. Poco importa se tra meno di dieci giorni inizierà la fase più importante della stagione, durante la quale, fino a dicembre, si decideranno le sorti della squadra azzurra, sia in campionato che in Champions. E poco importa se Gabbiadini potrebbe essere determinante in molte di queste partite.
La gente è scontenta, diamole il mostro in prima pagina e sfamiamola.
Avete presente le trasmissioni che si “nutrono” di omicidi, morti, femminicidi, pur di cavalcare l’onda del malcontento? Ebbene, in queste ultime settimane, i media locali sportivi sembrano essersi trasformati in una sorta di Barbara D’Urso del calcio. Per dirla alla Caparezza “compro horror, ne sono ingordo”, diamo per pasto il calciomercato, la vittima è facile da riconoscere e ha già un nome e cognome: Manolo Gabbiadini, of course.
Oggi su una nota testata giornalistica addirittura campeggiava una sorta di conto alla rovescia: meno otto settimane e poi via.
Ma giova davvero tutto questo? Siamo consapevoli che più si parla di mercato e più aggiungiamo altro peso a quello già gravoso sopportato sulle spalle del povero Gabbiadini? E se da qui a gennaio dovesse segnare con continuità, cosa ne sarebbe di tutti questi discorsi?
Probabilmente si trasformerebbero in senso diametralmente opposto.
La società farebbe male a cederlo. Si dilapiderebbe un patrimonio. Sarri non l’ha mai accettato. E così via.
Noi crediamo che in questo momento bisognerebbe fare quadrato intorno alla squadra e in particolare continuare a dare fiducia a Gabbiadini. Se non lo fa Sarri, abbiamo il dovere di farlo noi. In caso contrario, qualunque decisione prenderanno società e tecnico, bisognerà tacere.
Diciamoci la verità: ma di quale fiducia ha goduto l’attaccante da parte di ambiente, società e tecnico? E’ sempre stata una fiducia a tempo, intervallata da sfottò sulla natura triste della sua espressione facciale, icona ormai della sua continua condizione di sfortuna e incapacità di imporsi in questa piazza. All’inizio anche simpatici, sfociati poi in un crisanteminismo che Manolo non merita.
Gabbiadini è forte e va detto ora. Ora o mai più. Va detto ora che non servono altre punte, che è lui il secondo attaccante di questo Napoli. Che può giocare in attacco da punta così come ha fatto l’anno scorso, sostituendo Higuain in alcune occasioni e avendo una media di realizzazione molto alta. Dirlo dopo potrebbe essere davvero troppo tardi.
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