Bisognerebbe scendere per le strade a festeggiare. Adesso.
Senza aspettare. Senza attendere i capitomboli altrui o una disciplina che ci era già antipatica prima di questa galoppata trionfale: la matematica.
Non per festeggiare lo scudetto. No. Per quello c’è tempo.
C’è tempo per immaginare dove saremo, con chi saremo, tra quali colori e tra quali braccia.
Bisognerebbe scendere per strada adesso per omaggiare dei calciatori che stanno superando sè stessi.
Calciatori che nella storia ci sono già. Che leggendari lo sono già. Assieme al loro trainer.
I numeri azzurri sono cifre che vanno oltre ogni pronostico.
Alla vigilia della gara con l’Empoli le chiacchiere pre-gara si sono rivelate, ancora una volta, un noioso refrain di inutili avvertimenti.
Il Napoli fa paura agli avversari da quando lo si vede arrivare con pullman.
Lo dimostra il pronti-via, noiosamente identico ai precedenti.
Napoli in possesso, linea altissima, Empoli schiacciato e costretto a difendersi come la più provinciale delle provinciali.
La supremazia toscana in mezzo al campo è solo numerica.
I terzini azzurri, che dei terzini ormai hanno solo il nome, ne capovolgono e stravolgono il concetto.
La fame è tanta. Esagerata.
Osimhen si arrabbia come una bestia anche per un semplice calcio d’angolo non concesso.
Al 17° l’ansia empolese si trasforma nel vantaggio azzurro. Il nigeriano, solo per esserci, inceppa i ragionamenti di Ismajli. Napoli avanti.
Il pressing di Lozano è commovente. Il messicano è a tratti imprendibile. Come il Napoli, sempre padrone.
Una supremazia che si converte in raddoppio al minuto 28°. Sul Castellani si fionda il falco Osimhen che ribadisce in rete una respinta maldestra di Vicario.
Ci separano dalla fine del primo tempo una traversa di Kim e un cioccolatino di Lobotka che impacchetta nella stessa carta stop e servizio al compagno. Una delizia assoluta.
Inizia il secondo tempo Piccoli viene murato da un Rrahmani che ricorda all’Empoli le intenzioni del Napoli.
Si tratta del classico fuoco di paglia. Gli azzurri tornano a dominare. L’Empoli torna in cuccia.
Una sortita offensiva del Napoli vede Anguissa servire Lozano che spara a fil di palo. E’ una notizia veder tornare a calciare il messicano dalla mattonella rubata da Di Lorenzo.
Ricordiamo con emozione il minuto 59°: in cornice una piroetta di Lobo che disorienta la gabbia che lo accerchia e lancia Osimhen fermato solo da un irriconoscente fuorigioco.
Mario Rui ha la faccia di Caravaggio ma, purtroppo, anche le reazioni violente. Rosso meritato e Napoli in dieci.
Siamo al 68°.
Il Napoli cala il ritmo. Gestisce. Fa scorrere il cronometro.
Spalletti fa rifiatare qualcuno.
Ma il Napoli della panchina è finanche più bello di quello che scende in campo quando, ad una manciata di secondi dalla fine della gara, si rammarica per il mancato tris del subentrato Gaetano.
Scena emblematica di un intento bello come il sogno che culla.