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Partenopeismi

La chiarezza di Sarri su Gabbiadini e il parallelo con Spalletti-Dzeko

Sarri ci dica la verità su Gabbiadini. Questa la richiesta stringente apparsa sul nostro giornale nel post partita di Napoli-Sassuolo. Ilpartenopeo.it è un giornale plurale dove hanno cittadinanza opinioni diverse e pertanto proponiamo una prospettiva differente riguardo la gestione di Gabbiadini da parte di Sarri.

L’ex Samp è in evidente crisi d’identità, sta sgretolando minuto dopo minuto il bagaglio di autostima accumulato con la maglia dei blucerchiati.

Il bagaglio di autostima accumulato a Genova, ha un solo colpevole. Un piacevole colpevole per chi tifa Napoli. E risponde al nome di Gonzalo Higuain. Con uno così davanti, ti rimangono solo le briciole o quasi (leggi Europa League/partite di terzo piano). Siamo quasi ai livelli della riserva di un portiere, ma uno forte. Diciamo Buffon.
In una situazione del genere, anche se sai che non giochi perchè davanti hai un alieno, comunque non giochi. E la tua autostima non può beneficiarne.

Tra l’esperienza alla Samp e quest’anno, c’è il passaggio dell’anno scorso. E’ da lì che occorre ripartire per disegnare compiutamente con quale grado di autostima Gabbiadini sia partito quest’anno. A cui ci aggiungiamo le dinamiche del mercato estivo, dove sapere che la tua società ti aveva già ceduto e che aveva cercato disperatamente una punta fino all’ultimo, non infonde certo fiducia.

pretendiamo dal mister toscano la schiettezza che paventa in tutte le altre circostanze: sul mancato utilizzo di Manolo Gabbiadini ci dica la verità.

Sarri, in un passaggio delle dichiarazioni del dopo partita, è stato chiarissimo.
L’ho visto più vivo, deve migliorare nei movimenti, non ha attaccato la profondità con i tempi giusti. Come presenza sta crescendo, ma può fare di più.
Proviamo a tradurre. Gabbiadini sta migliorando in ciò che chiede alla prima punta, ma deve migliorare. Due concetti entrambi fondamentali. Che ci svelano come per Sarri Gabbiadini non sia una prima punta, ma che ci sta lavorando. E’ più presente come riferimento offensivo, ma allo stesso tempo deve ancora trovare tempi e movimenti del centravanti di Sarri. E allora da lì la gestione dosata dell’attaccante azzurro.

E poi ci sono i diversi momenti della partita. Come ieri. Dove l’allenatore del Napoli è stato ancora una volta chiaro.
Stavano aprendosi gli spazi, Mertens poteva fare male in 2-3 ripartenze che abbiamo avuto per chiuderla.
Ragionamento che non fa una piega e che tanti allenatori di livello fanno quando la squadra avversaria è sbilanciata e si ha l’opportunità di inserire un contropiedista (Mertens, nella fattispecie).

Quindi chiarezza massima da parte di Sarri. Dopo di che, se anche il coach azzurro non credesse in Gabbiadini non potrebbe dirlo. Anzitutto per non deprezzarlo. E poi perchè con Manolo ci si deve arrivare fino a gennaio. “Il calcio è bugia”, diceva uno transitato da queste parti. E Sarri lo sa. Anche Sarri, che su altre cose è di una schiettezza, piacevole per lo spettatore, ma a volte nociva per il Napoli.
Appurata la chiarezza dell’allenatore toscano su Gabbiadini, proviamo ora a fare un raffronto interessante tra la gestione attuale dell’attaccante del Napoli dall’infortunio di Milik e quella di Dzeko da parte di Luciano Spalletti, per la scorsa stagione. Due attaccanti che nei momenti in esame stentavano o stentano a decollare.
Il parallelo si fonda inoltre sul fatto che le piazze sono entrambe fumantine e impazienti e che entrambi gli allenatori alternavano le proprie punte con il famigerato falso nueve. Mertens per il Napoli, Perotti per la Roma.

Media minuti giocati a partita
Dzeko 47,83
Gabbiadini 42,66

Percentuale partite in cui è partito da titolare
Dzeko 44,44%
Gabbiadini 57,14%

Percentuale partite in cui è stato sostituito
Dzeko 20%
Gabbiadini 100%

Percentuale partite in cui è subentrato (almeno 20 minuti)
Dzeko 45,45%
Gabbiadini 100%

Percentuale partite in cui è rimasto in panchina
Dzeko 18,18%
Gabbiadini 0%

Non considerate le partite saltate per infortuni e squalifiche e, per Gabbiadini, Napoli-Crotone è stata considerata solo per le partite in cui è partito titolare, essendo stato espulso al 31′
Fonte dati: transfermarkt.it

I numeri dicono che la gestione dei due giocatori è similare. La differenza sostanziale sta nel fatto che quando Spalletti sceglieva Dzeko per l’undici di partenza, il bosniaco rimaneva in campo, mentre Gabbiadini non ha mai disputato 90 minuti. Di contro, però, Sarri non ha mai scelto di lasciare il suo attaccante fuori dalla partita, a differenza di Spalletti che ha più volte riservato alla sua punta una manciata di minuti finali, se non addirittura lasciarlo in panca per l’intero match. Il tutto a comporre un minutaggio medio simile, con Sarri che ha schierato Gabbiadini titolare più di quanto non abbia fatto Spalletti con Dzeko.

Andando in profondità invece, i numeri ci dicono qualcosa di ancor più significativo. Nelle partite più importanti, il tecnico romanista preferisce Perotti a Dzeko. Dopo la la Juventus (seconda partita di Spalletti), Dzeko rimane fuori in tutti i match di cartello: solo 99′ tra Fiorentina, Inter, Lazio, Napoli, Milan e il match di andato di Champions contro il Real Madrid. Tra cui solo 27′ minuti contro le merengues e addirittura zero contro il Napoli. I due match più importanti della scorsa stagione romanista. Per la cronaca, Dzeko gioca 90′ al Bernabeu nel match di ritorno, dove però la qualificazione era ormai compromessa, stante lo 0-2 all’Olimpico.

Com’è andata a finire con Dzeko è storia dei giorni nostri e lo sappiamo tutti. Ed è il risultato di una gestione molto simile a quella di Sarri con Gabbiadini. Con due differenze sostanziali. Il lavoro del tecnico di Certaldo è durato mesi, quello di Sarri si è potuto articolare nel giro di sole 6-7 partite. E soprattutto considerando il fatto che Dzeko è una prima punta in ogni senso e ha una carriera intera a testimoniarlo.
La storia di Gabbiadini invece ci dice che ha dato il meglio di se’ come seconda punta o ala. Ha le caratteristiche per fare la prima punta. Sarri ci sta lavorando. E ci sta lavorando anche lo stesso giocatore. Ma non può accadere dall’oggi al domani e nel frattempo il Napoli ha bisogno di risultati.

Gabbiadini è forte, lo ribadiamo con fermezza. Ma Sarri non è masochista. E nemmeno uno sprovveduto, come dimostra il raffronto con un allenatore più titolato ed esperto ad alti di livelli.

 

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Fabio Cotone è regista teatrale. Appassionato di scienze umane.
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