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Lemme lemme verso la meta

Partita ostica sulla carta, ma pure sul campo.

Lo Spezia è libero di mente. Gioca, combatte, ci crede, nonostante le gravi defezioni.

Il Napoli ha acceso i motori ma non accelera. Spalletti mastica nervosamente qualcosa che sembra una penna.

Il possesso è azzurro ma la finalizzazione non è concreta.

Lozano quello più richiamato: troppo largo, troppo fuori dal gioco, troppo poco bravo a legare io gioco e fare densità.

Una densità che serve come il pane vista l’aggressività degli spezzini.

La soluzione numero uno suggerita da Spalletti è provare ad innescare più rapidamente Osimhen e rompere la monotonia del meticoloso tatticismo avversario.

I ritmi restano bassi e la partita non si sblocca. Nonostante si intravedano le enormi potenzialità di qualcuno al servizio di un Mario Rui che per professione non fa più il terzino sinistro.

Si va al riposo senza essersi stancati.

La pazienza napoletana, vero miracolo stagionale, viene premiata al minuto 46°.

Ci pensa Reca a gratificare gli azzurri con un regalo post-natalizio.

Kvara, dal dischetto, porta in Napoli avanti.

La parte rimanente di gara non è una partita di calcio, ma il percorso itinerante di un alieno.

Al minuto 61° Osimhen sale sul Frecciarossa ma il controllore lo fa scendere per non aver commesso un’infrazione.

Sette minuti dopo le nuvole si sentono toccate. E’ sempre il nigeriano che sale in cielo per dare tranquillità agli azzurri.

Un doppio vantaggio che sugella un primato incredibile e cementa un vantaggio che può solo essere destinato ad aumentare.

La partita sta per finire, anche noi stiamo per concludere il nostro percorso itinerante di una mostra sempre più affascinante.

Siamo quasi all’uscita.

Ma, prima di andar via, Kvaratskhelia ci ricorda di avere la maturità di un veterano.

Osimhen ringrazia e va via. E noi con lui.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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