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Napoli, nove decenni di storia tra trionfi e delusioni (2^ parte)

Riprendendo il cammino storico sulle stagioni azzurre vissute a cavallo dei decenni di attività calcistica del Napoli, il tempo ci riporta indietro alla stagione 1965-1966: il 40° anniversario di calcio nel capoluogo campano, CCF29052015_00004vide la società presieduta da Roberto Fiore presentarsi ai nastri di partenza in massima serie con l’attuale denominazione (la S.S.C. che prese il posto nel 1962 dell’A.C. Napoli ndr) e con il Petisso in panchina: la neopromossa azzurra fu la regina del mercato estivo, con gli acquisti di Sivori e Altafini da Juve e Milan. In campionato arrivò un brillantissimo terzo posto alle spalle di Inter e Bologna che valse il ritorno in Europa con la qualificazione alla vecchia Coppa delle Fiere (alias Coppa Uefa).

In più si vinse il secondo trofeo nella storia del club, il primo internazionale, con la Coppa delle Alpi in bacheca. Sempre in tema di Coppe, andò male in Coppa Italia e Mitropa Cup con precoce eliminazioni ai primi turni.

Stagione 1966-1967: record di abbonamenti con 69000 tessere e sogno tricolore in città, ma il Napoli risentì degli impegni nelle Coppe: out nei quarti in quella nazionale, fuori agli ottavi in Europa. In campionato nell’ultima giornata un successo sul Torino firmato Altafini regalò un quarto posto e la qualificazione in extremis in Europa per l’anno successivo; ma quella stagione regalerà un cambiamento significativo nello spogliatoio azzurro, con la fascia di capitano che passò sul braccio di Totonno Juliano.

Anno calcistico 1975-1976: Napoli festeggia le nozze d’argento nel calcio cittadino. Rispetto a 10 anni prima la rivoluzione fu totale: la società è presieduta da un giovane e brillante imprenditore del settore edile, l’ingegnere Corrado Ferlaino, abile ed apprezzato dirigente sportivo.

Se Lauro passò alla storia per gli acquisti di Jeppson, Sivori e Altafini, l’estate del 1975 fa balzare Napoli agli onori della cronaca per l’ingaggio di “Mister 2 miliardi”, ovvero Beppe Savoldi, Milan - Napoli 1-1, Savoldi contrastato da Bettra i più prolifici bomber del campionato italiano. Napoli che continuava a sognare il tricolore ma il suo condottiero nonostante i 14 gol in massima serie, riuscì a portare in dote “soltanto” la seconda Coppa Italia. In panchina un altro passaggio epocale: via o’lione Vinicio, stagione completata con la coccarda tricolore dal duo Rivellino-Delfrati.

Il campionato 1976-1977 si aprì con il Pesaola bis in panchina, ma gli azzurri uscirono presto di scena dalle posizioni di vertice, con un 7° posto finale senza infamia e senza lode: diverso fu il cammino nelle Coppe. Alla immediata eliminazione da detentori del titolo in Coppa Italia, fece da contraltare un cammino entusiasmante in Coppa delle Coppe, con la sconfitta in semifinale con l’Anderlecht che grida ancora oggi vendetta per colpa del fischietto inglese Matthewson, che da buon anglosassone non disdegnava la passione per la birra. CCF24042015_00001
Evidentemente dovette alzare il gomito anche in occasione della gara di ritorno, annullando un regolarissimo gol di Speggiorin che avrebbe proiettato gli azzurri in finale, ma la sua conduzione di gara favorì non poco la rimonta belga che rese inutile il gol siglato da Bruscolotti.
L’amarezza per l’eliminazione dalla competizione UEFA fu soltanto mitigata parzialmente dal successo nella quinta ed ultima edizione della Coppa di Lega Italo-Inglese con un 4-0 al Southampton al San Paolo che ribaltò lo 0-1 della gara d’andata.

Cosa resterà di questi anni 80′” cantava Raf… Al Napoli lasciò in eredità il miglior calciatore del mondo e la migliore epoca storica in termini di successi: il la all’ascesa lo si avrà nella stagione 1985-1986, la numero 60 nella storia azzurra. Il dg Allodi si scatena sul mercato e con 11 miliardi di investimenti si assicura Garella, Filardi, Renica e Pecci che daranno il loro contributo al raggiungimento del terzo posto finale in campionato.

Restando in tema canoro, se Ligabue cantava qualche anno “Il meglio deve ancora venire” probabilmente si era ispirato al campionato 1986-1987 del Napoli: 1986-87rientrato in Italia da Campione del Mondo, Maradona seppe mettersi subito alle spalle la delusione per l’eliminazione dai trentaduesimi di Coppa UEFA con un suo errore decisivo dal dischetto, trascinando la squadra (rinforzata dagli arrivi di Carnevale e Romano ndr) al primo storico trionfo in campionato, al quale fece seguito dopo appena un mese anche il trionfo in Coppa Italia – il terzo nella storia, unico con 13 successi su altrettante partite – e terzo “double” dopo quello ottenuto da Torino e Juve.

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Gianluigi Noviello è laureato in Comunicazione ed è specializzato in Management Olimpico presso la Scuola dello Sport di Coni Servizi. Giornalista pubblicista dal 2007.
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