Obiettivo centrato. Abbiamo fatto il carico di tristezza.
Il nostro pensiero in merito alla serata che Diego Armando Maradona ha tenuto a Piazza del Plebiscito è stato diretto e in controtendenza, per cui più di qualcuno ha storto il naso. Siamo stati tacciati di anti-napoletanità, di strumentali guastatori.
Ma non ci siamo mai sentiti in colpa. Ci siamo messi comodi sul divano. Vogliosi di staccare i fili della ragione (e della logica) per abbandonarci ai colori, ai suoni e agli umori della piazza più prestigiosa di Napoli.
Ma i profumi sognati si sono da subito trasformati in nauseabonde fragranze. Scoppia il giallo che non t’aspetti, proprio come quelli raramente mostrati ai calciatori vestiti di bianco e di nero durante le gare del nostro campionato di calcio. Si tratta di un’ammonizione, sì. Destinatari? Tutti coloro che hanno contribuito alla divulgazione di una Napoli disorganizzata e in preda all’improvvisazione.
Non è pensabile non sapere ad un’ora dall’evento quale sia la location che ospiterà la proclamazione di Diego a cittadino onorario. La confusione ha dilagato, lo sconcerto anche.
Ma ci direte, è nulla al cospetto di una piazza gremita di tifosi festanti che renderà l’evento, ancora una volta, indimenticabile.
A smontare le vostre teorie (e le nostre speranze), ci pensano riprese televisive impietose: a Piazza del Plebiscito manca il pienone atteso, seppur a capienza ridottissima. Un colpo al cuore, una cartolina che inesorabilmente imprime nelle nostre convinzioni un concetto dolorosissimo: la deturpazione dell’immagine di Diego, a seguito degli abusi mediatici cui è stato sottoposto, ha sortito i suoi disastrosi effetti.
La memoria non può non tornare ai momenti peggiori di Diego a Napoli, fuori dal campo. Quelli in cui si è circondato di personaggi di dubbio gusto che hanno contribuito a condurlo nel baratro da cui – guarda caso – è uscito solo lontano da da Napoli.
Una serata che dunque non ha sfornato vincitori? No, il Calcio Napoli ha vinto. In beata solitudine tra le cime trentine si è isolato e protetto dell’ennesima vergogna tutta napoletana. Ha vinto De Laurentiis. Sì, proprio lui, “Il pappone romano” (cit.). Che ha insegnato a Maradona il valore e i tempi dell’Assenza, carburante ineludibile che alimenta il Mito. Diego invece ha scelto la sovraesposizione. Dopo anni di assenza, in cui il Mito è cresciuto, Maradona ha optato per anni di eterni ritorni.
In Piazza trionfa l’assenza. Quella della SSC Napoli e dei suoi protagonisti. Loro sono a Dimaro. A preparare una stagione che tutti sognano formidabile. Il Sindaco di Napoli ha dichiarato che con la cittadinanza onoraria di Diego si uniscono forma e sostanza. E noi siamo d’accordo con l’importanza di forma e formalità. Napoli forse aveva bisogno di un atto preciso, formale appunto.
Piazza Plebiscito sancisce la chiusura di un capitolo. Durato tre decenni. Attenzione, di un capitolo, non di un Amore e di un legame. Quelli dureranno per sempre.
Ma ora si passa a un nuovo capitolo.
Finalmente.
Dopo trent’anni è ora di tornare a sognare.
Non più quel che fu, ma ciò che potrà essere.
Sipario.