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Editoriale

Campania felix

Qualche tempo fa Aurelio De Laurentiis si trovo nell’occhio del ciclone e fu aspramente criticato da tantissimi tifosi del Napoli offesi dalle parole del Presidente.

Cosa disse il numero uno azzurro?

Accusò i tifosi di essere dei frustrati e di andare allo stadio con l’intento di sfogare la rabbia che avevano in corpo.

Apriti cielo.

I napoletani insorsero, offesi, adirati, risentiti.

De Laurentiis sbagliò.

Ma siamo così sicuri che sbagliò nei confronti di tutti?

L’errore fu la generalizzazione, una delle forme più acute di ignoranza.

Ma questo non vuol dire che il presidente azzurro ignorante lo sia, anzi.

Di errore si trattò. Mai ammesso, ma non fu niente altro che questo.

Ma le parole di ADL non erano del tutto infondate.

Vi chiederete perché.

Il discorso è semplice: se non esistesse la frustrazione, se non vi fosse la rabbia ad animare masse di tifosi incalliti, perché mai dovrebbe esistere l’odio sportivo?

Perché mai io tifoso dovrei accanirmi a morte contro il tifoso di un’altra squadra?

Perché mai dovrei odiare una categoria di persone solo perché non tifosi della squadra per cui tifo io? Senza conoscere assolutamente nulla di nessuno.

Una globalizzazione inaccettabile, ottusa, ignorante, becera e profondamente ingiusta.

L’odio sportivo è una puttanata.

Domani va in scena all’Arechi di Salerno il derby tra Napoli e Salernitana.

Sulle decisioni del Ministero dell’Interno preferisco non dire più nulla, mi sono già espresso.

Ma vi sembra normale, nel 2023, ci si debba ancora porre il problema dell’ordine pubblico?

Vi sembra accettabile che un tifoso qualunque, persona perbene, si debba porre domande assurde quali: ma esiste il gemellaggio? C’è odio tra le due tifoserie? C’è il rischio di trovarsi seduto accanto ad un tifoso della squadra avversaria che si accanisce contro di me e mi intossica il sabato sportivo?

Vi sembra concepibile ci si debba porre domande di questo tipo per poter godere, tranquillamente, di una partita di calcio?

Di che cultura sono dotati gli individui che si recano allo stadio con l’odio nel cuore nei confronti di persone di cui non sanno un fico secco se non che, al collo, hanno sciarpe di colori diversi?

E’ medioevo.

Nello sport è la rivalità che ha un sapore dolce e gustoso.

E’ la competizione che rende pepate le gare.

Quella si che deve esistere e persistere.

E sarebbe bello, auspicabile e soprattutto intelligente, che le rispettive tifoserie assistessero alle partite che li vede contendersi qualcosa uno accanto all’altro, magari abbracciati e, perché no, pronti a sferrare verso l’altro le armi più divertenti che esistono: l’ironia e il sarcasmo.

Aurelio De Laurentiis, se si fosse riferito a qualcuno e non a tutti, se avesse canalizzato le sue parole verso chi, ancora oggi, contribuisce affinchè persistano queste assurde problematiche, avrebbe avuto ragione.

Che le frustrazioni, la rabbia e l’ignoranza, restino fuori dagli stadi una volta e per sempre.

Che domani il derby di Salerno sia uno slogan per i campani, tutti, granata e azzurri, tutti assieme.

Lo slogan della fratellanza, della civiltà, della cultura.

Non sono credente. Ma sognatore si.

About author

Guido Gaglione è docente di arte e immagine, operatore di ripresa e giornalista pubblicista dal 2015.
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